PARCO DELLE BETULLE. SPUNTA L’AUTORIZZAZIONE A “STRANIERO DELLA KWA”. MA SENZA KWA, E CON DUBBI SULLA GESTIONE



vito maria straniero kwa betulleMARGNO – L’autorizzazione all’allevamento concessa dalla Provincia di Lecco al presidente della Kwa, Vito Maria Straniero, prevede il rispetto di alcuni termini previa la decadenza della stessa autorizzazione. Tra questi, le comunicazioni sul movimento di animali all’interno del parco faunistico alle Betulle, struttura affidata appunto alla cooperativa di Galbiate Kwa. L’assenza delle carte spiegherebbe la confusione sorta attorno al numero dei capi, ma aprirebbe a perplessità su una “gestione bizzarra” e su mancati controlli dell’area naturalistica di proprietà pubblica.

Tanto è stato scritto sul recinto ai Piani delle Betulle sin da quando nel ponte dell’Immacolata dello scorso dicembre qualcuno ha tentato di catturare gli ungulati ospitati nel recinto, episodio seguito poche ore dopo dalla morte di una cerva – fatti probabilmente non del tutto slegati.

Numerose sono le problematiche emerse in questi mesi in cui la storia del parco è stata approfondita da Valsassinanews (rileggi l’intera inchiesta a fondo pagina), ed è notizia già nota che per fare completa luce sulla vicenda vi sia un’indagine della Procura della Repubblica affidata al Corpo forestale dello Stato. Per questo motivo molta della documentazione prodotta negli anni, sebbene di dominio pubblico, è oggi difficilmente reperibile, come confermato ad esempio dagli uffici della Comunità montana. Tuttavia qualche foglio protocollato è restato negli archivi digitali, e la loro lettura riserva nuove sorprese.

parco faunistico betulle cervi 3Torniamo all’inizio dello scandalo, alla morte della cerva. Prima – e sotto un certo aspetto assurda – incongruenza fu il numero degli animali accolti. Nelle ore immediatamente successive al ritrovamento della carcassa, infatti, le carte dicevano una cosa, le osservazioni un’altra: un cervo e due caprioli (più la carcassa) per i documenti; cinque cervi e un capriolo nella realtà. Inoltre sorse anche il sospetto che gli animali presenti nel dicembre 2015 non fossero gli stessi inseriti nell’area protetta.

Era il 27 luglio 2012 quando la Provincia di Lecco rilasciava un’autorizzazione “all’allevamento per fini ornamentali ed amatoriali […] presso le strutture di Via Pian delle Betulle ‘Pra Cainarca’” al “Signor Straniero Vito Maria. Lo Straniero era presidente della Cooperativa sociale KWA Kusaidia, onlus che nel gennaio dello stesso anno ottenne dalla Comunità montana VVVR la gestione delle strutture – pubbliche – di Pra Cainarca a Margno e anche dell’osservatorio di Ombrega a Casargo.

Provincia_di_Lecco-orizE la stessa autorizzazione registra la presenza nell’allevamento dello Straniero di due caprioli (un maschio e una femmina) e di due esemplari femmina di cervo. Come difatti affermato nel dicembre 2015 dalla Forestale e dalla Provincia.

Curioso notare che il provvedimento curato dal Settore Ambiente, Ecologia, Caccia e Pesca di villa Locatelli non citi mai la cooperativa, ciò che ancor più balza all’occhio sono però le condizioni che vincolano l’autorizzazione, e il cui mancato rispetto avrebbe provocato la decadenza della stessa. Una in particolare: entro il 15 gennaio di ogni anno il gestore dell’allevamento è tenuto ad informare gli uffici provinciali delle variazioni avvenute nella struttura , indicando nascite, morti, vendite e ovviamente marcature.

Stando così le cose, risulta incomprensibile che nel dicembre 2015 nessuno, quanto meno ufficialmente, conoscesse il numero e le “identità” degli animali, e che tanto i dirigenti degli enti come gli ufficiali di polizia non fossero aggiornati sulla situazione all’interno del parco.

KWA cooperativa betulleVolendo seguire la logica e la buona fede sembrerebbe esserci una spiegazione credibile. Dal 15 gennaio 2015 al dicembre dello stesso anno la fauna delle Betulle è stata sottoposta a un rinnovamento, e solo il 15 gennaio 2016 la Provincia avrebbe ricevuto il dovuto aggiornamento. Ma in questo caso c’è da chiedersi chi se ne sarebbe fatto carico dal momento che la KWA, nell’aprile 2015, da un giorno all’altro, abbandonò il parco che finì così “sul groppone” al proprietario, il comune di Margno.

Una ulteriore, azzardata, spiegazione, lascerebbe pensare che nel parco – pubblico – siano girati animali senza controllo, ma soprattutto senza alcuna comunicazione dal gestore – Straniero – alla Provincia. Cosa del tutto improbabile dal momento che il mancato rispetto della scadenza del 15 gennaio avrebbe da sé causato la decadenza dell’autorizzazione. Oppure proprio questo passaggio non ha funzionato?

Oltre a questo aggiornamento sulla situazione dell’allevamento, il documento prevedeva la marcatura dei capi nati, e pure autorizzazioni preventive in caso di acquisti di animali. Come spiegare quindi la confusione del dicembre 2015, con gli enti pubblici fermi allo stato dell’arte del luglio 2012, mentre la realtà si presentava ben diversa, se non ipotizzando il mancato rispetto dei vincoli? Tutti aspetti che sarebbero stati motivo di decadenza dell’autorizzazione.

Cesare Canepari

 

DAL NOSTRO ARCHIVIO:

MA QUALE “PARCO” ALLE BETULLE? QUELLO RECINTATO È UN ALLEVAMENTO (7 marzo 2016)

 

MORTO IL CAPRIOLO DELLE BETULLE. NON C’È PACE PER IL PARCO FAUNISTICO SOTTO INDAGINE DALLA PROCURA (28 febbraio 2016)

 

“PARCO FAUNISTICO” DELLE BETULLE, CI MANCAVA ANCHE QUESTA: SE NON FOSSE ALTRO CHE UN BANALE ALLEVAMENTO? (28 gennaio 2016)

 

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