L’ENTUSIASMO DEI 13ENNI VALSASSINESI A ROMA CON LA DIOCESI DI MILANO



VALSASSINA – Sono tornati stanchi ma felici i tredicenni valsassinesi che si sono recati a Roma assieme a 7.000 loro coetanei provenienti dalle Diocesi di Milano e Cremona, dopo l’incontro con papa Francesco e la visita ai monumenti della città eterna.

Provenienti dalle diverse realtà del Decanato della Valsassina (da Premana, Margno a Primaluna, da Barzio e Pasturo) si sono ritrovati appunto in Vaticano per vivere dei momenti intensi e indimenticabili. La Professione di fede non è un obbligo, infatti tantissimi non la fanno, e si celebra a due anni dal sacramento della Cresima e prima di entrare nell’età e nel gruppo degli adolescenti. È un invito rivolto ai tredicenni e alle loro famiglie a riflettere sulla propria fede. Si cerca di comunicare loro che la fede non è solo abitudine e non può essere più obbligo da parte di papà e mamma, ma una scelta voluta e desiderata, la quale si basa su una relazione vera e personale con il Signore Gesù. Si vuole allora fare questo cammino che culminerà con il “gesto pubblico” in cui i ragazzi si impegneranno davanti ai propri genitori, agli educatori e a tutta la comunità a desiderare e scegliere la fede cristiana ed insieme continuare il cammino proposto dall’oratorio.

Martedì alle 10 la Santa Messa nella Basilica di San Pietro presso l’altare della Confessione (altare papale) presieduta dal cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica vaticana e Vicario generale per la Città del Vaticano davanti a tutti i ragazzi svegliati dalle loro sedi alle sei.

Papa Francesco ha detto ai preadolescenti, durante l’udienza del mercoledì, che la fede “non è un’ideologia, non è un sistema filosofico… nasce dalla risurrezione, nasce il mattino di Pasqua. Tutto poggia su questo presupposto”, dalla risurrezione di Cristo come “dato inoppugnabile, che non è l’esito di una riflessione di qualche uomo sapiente, ma un fatto, un semplice fatto che è intervenuto nella vita di alcune persone”. “Annunciando questo avvenimento, che è il nucleo centrale della fede, Paolo insiste soprattutto sull’ultimo elemento del mistero pasquale, cioè sul fatto che Gesù è risuscitato – ha fatto notare il Papa -. Se infatti tutto fosse finito con la morte, in lui avremmo un esempio di dedizione suprema, ma questo non potrebbe generare la nostra fede. È morto, ma è risorto. Perché la fede nasce dalla risurrezione. Accettare che Cristo è morto, ed è morto crocifisso, non è un atto di fede, è un fatto storico. Invece credere che è risorto sì. La nostra fede nasce il mattino di Pasqua”.

 

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