BARZIO – Più che una cattedrale, per adesso un “museo nel deserto”, questa Fornace che da tempo fa ammattire la Comunità Montana – titolare di edificio e relativo dispendioso progetto, ben lungi dall’essere finito e consegnato. Spulciando tra i documenti ufficiali dell’ente locale si scopre una recente determina in materia, che potrebbe far sorridere se non si parlasse (as usual) di soldi nostri, dei contribuenti, investiti nelle pulizie di una struttura mai aperta e soprattutto, come detto, i cui tempi di inaugurazione sono un mistero.

Intanto però a fine marzo si è reso “necessario procedere all’asportazione dei materiali giacenti all’interno delle sale del complesso e ad una approfondita pulizia della struttura e degli arredi in essa contenuti, al fine di evitare rischi di ammaloramento che possano comprometterne la piena ed efficiente fruibilità“. Ammaloramento? Di già? Di una sede ristrutturata e ancora chiusa??

Proprio così. Al costo di 1.200 euro più Iva, vale a dire 1.440 euro per 60 ore lavorative. All’uopo, è stata espletata tramite SINTEL (Sistema INtermediazione TELematica di Regione Lombardia) la procedura di affidamento diretto per la pulizia generale del complesso, affidata all’impresa di pulizie L’Artigiana Srl di Ponte San Pietro (BG).

> LA DETERMINA PER LE PULIZIE DEL “MUSEO”

Tutto molto bello, avrebbe detto Bruno Pizzul. Una bella pulitura del monumento alla costosa inutilità, impiantato tra mancanza di fondi per la conclusione dei lavori, polemiche sui coppi originali buttati via, imposizioni varie e carenza di possibili gestori. Una ripulita che non è servita nemmeno a mostrare la sede museale in occasione della recente visita dei Lions alla piana della Fornace – visita “abortita” a quanto pare per mancanza delle condizioni di agibilità dell’edificio.

NON tutto molto bello, allora.