PRIMALUNA/VALERIO ANNOVAZZI SI RACCONTA DOPO L’ODISSEA SULL’HIMALAYA



PRIMALUNA – È rientrato a Primaluna Valerio Annovazzi, l’alpinista che ha rischiato la vita sul Gasherbrum II, rimasto da solo a oltre 7mila metri ad attendere che qualcuno riuscisse a raggiungerlo e salvarlo.

“Sentivo che le forze piano piano se ne stavano andando ma non ho mai perso lucidità. Sono rimasto bloccato tre giorni a settemila metri e speravo che prima o poi qualcuno mi sarebbe venuto incontro” racconta a Il Giorno appena rientrato dal Pakistan. Se non fosse stato per i baschi Alberto Iñurrategi, Juan Vallejo e Mikel Zabalza che sono andati a prestargli soccorso fino a settemila metri probabilmente sarebbe andata diversamente e Annovazzi non sarebbe qui a raccontare la sua avventura.

“Sapevo che nessun elicottero sarebbe salito fin lì e quelli che avevano fatto la vetta con me non avrebbero avuto le forze per ritornare. Non avevo la radio e il telefono satellitare era al campo base. L’unico contatto con il resto del mondo era solo visivo. Dalla mia tenda vedevo il campo base e sapevo che da laggiù qualcuno vedeva i miei movimenti con un potente teleobiettivo.  Dal primo giorno in cui sono rimasto bloccato a settemila metri ero senza gas e quindi non avevo più nulla da bere. A un certo punto ho sentito qualcuno che chiamava “Valerio”. Lì ho capito che ero salvo”.

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