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23 – IL “NUOVO” DIGITALE TERRESTRE
Tutti stanno parlando del “nuovo” digitale terrestre, chiamato DVB-T2.
Nella legge finanziaria del 2018, in discussione in questi giorni, è stato inserito un lunghissimo articolo (art.89) : “uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G”.
La tecnologia 5G è riservata alla telefonia mobile per avere un super internet. I vari operatori, Vodafone, TIM, Wind-TRE, Fastweb ecc, stanno già effettuando dei test in alcune città Italiane. Ma cosa centrano le trasmissioni 5G con il digitale terrestre?
Tutto nasce proprio dal Piano della Commissione Europea sul 5G. Il 5G occuperà parte dello spazio ora utilizzato dalle emittenti sul digitale terrestre. In “soccorso” di questo restringimento di spazio sul digitale terrestre verrà usato il nuovo standard DVB-T2, che permetterà di sfruttare meglio la banda televisiva che rimarrà a disposizione delle emittenti TV, permettendo di far stare più canali nella stessa frequenza/MUX.
Un piccolo esempio: con l’analogico in una frequenza ci stava un solo canale, con il DVB-T ci stanno mediamente 5/6 canali, mentre con il DVB-T2 ci staranno dai 10 ai 12 canali, sempre con un’ottima qualità.
Per quanto riguarda l’impianto ricevente (antenne clienti) se l’impianto è in buono stato non dovrebbe servire nessun intervento, soprattutto in Valsassina, Ballabio e dove ci sono centralini a larga banda. Negli impianti condominiali, dove ci sono i centralini con i cosìddetti “filtri di canale”, servirà di sicuro l’intervento di un tecnico.
La parte più dolente sono i TV. Per poter ricevere i nuovi segnali in DVB-T2 è necessario che il TV/decoder sia predisposto a ricevere questo segnale. Il DVB-T2 è obbligatorio nelle TV vendute dal 1 gennaio 2017 ma non è detto che tutte siano compatibili al 100%. Sì, perché assieme al DVB-T2, probabilmente, verrà introdotto uno standard chiamato HEVC H265. L’HEVC non è menzionato nell’articolo della finanziaria, ma probabilmente le emittenti Italiane useranno questo nuovo standard, perché renderà ancora più efficiente la banda disponibile per ogni singola frequenza/MUX.
Efficienza significa più canali nella stessa frequenza/MUX con un’ottima qualità.
Questo significa che gran parte dei TV/decoder non saranno adatti a ricevere questo nuovo segnale in DVB-T2 HEVC. Purtroppo andrà sostituito l’apparecchio oppure, più semplicemente, acquistato un decoder con standard HEVC, che già si trova in commercio. Se invece non venisse introdotto lo standard HEVC H265 tutte le TV con DVB-T2 integrato sarebbero compatibili.
Per capire se la vostra TV è compatibile con il DVB-T2 dovete consultare le caratteristiche nel libretto delle istruzioni o chiedere dove l’avete acquistata.
Perché questo nuovo cambiamento?
Come in altri paesi europei (che già hanno fatto questo cambio), anche in Italia devono essere liberate delle frequenze da “cedere” alle compagnie di telefonia mobile per il 5G. Questo nuovo standard DVB-T2 serve proprio a consentire alle emittenti televisive di poter trasmettere gli stessi canali occupando una quantità di frequenze minori rispetto ad ora. Ora lo spettro UHF a disposizione del digitale terrestre va da 470 a 790Mhz, poi passerà a 470 – 694Mhz.
Quando accadrà tutto questo?
A partire dal 1 gennaio 2020, con termine ultimo il 30 giugno 2022, tutte le emittenti televisive dovranno trasmettere con questo nuovo standard. Verrà fatto uno switch-off più o meno come all’epoca del passaggio al digitale terrestre. Il passaggio non sarà all’unisono per tutta Italia, ma avverrà in maniera graduale suddiviso per zone. Per le singole zone le date precise e le modalità di passaggio saranno stabilite dall’AGCOM e comunicate entro il 31 maggio 2018.
Incentivi?
La finanziaria ha previsto degli incentivi (briciole) per l’acquisto del nuovo decoder o TV. Niente di definitivo ma sembrerebbe che ci siano degli “sconti” per ogni utente che acquisterà un nuovo TV o decoder (si parla dai 25 ai 50 euro). Sempre che non succeda altro all’avvicinarsi della scadenza del giugno 2022.
La legge finanziaria 2018 (ddl di Bilancio), dovrebbe essere discussa settimana prossima ed è quindi probabile che qualche variazione ci possa essere. Di sicuro non ci saranno modifiche riguardo la scadenza del 30 giugno 2022, essendo una decisione dell’Europa. Il termine doveva già essere nel 2020 ma l’Italia, tempo fa, aveva chiesto una proroga di un paio d’anni.
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