LECCO – Tornato in aula il processo per il fallimento dello storico mobilificio Grattarola di Cortenova, imputati di  bancarotta fraudolenta i Valsecchi padre e figlio, Pierantonio (già sindaco di Barzio) e Marco. Limitatamente al padre l’accusa è inoltre di frode fiscale.

La Grattarola era stata rilevata già in difficoltà dalla famiglia fondatrice, ma poi ripiombata nel dramma fino alla chiusura avvenuta nel 2014. Fallimento dichiarato in quanto, secondo i magistrati, l’azienda si trovava impossibilitata a far fronte a debiti per circa 12 milioni di euro e priva di prospettive di ripianare il passivo. Le indagini della Guardia di finanza avevano inoltre individuato alcuni episodi di bancarotta fraudolenta tra il 2009 e il 2013 per circa due milioni di euro.

Protagonisti oggi i testimoni dell’accusa – rappresentata dal PM Paolo Del Grosso: sfilata di ex dipendenti della famosa azienda che produceva mobili di qualità, con diverse dichiarazioni “scomode” per gli imputati. Rilevante quella dell’ex responsabile amministratiba Ornella Melesi, che ha raccontato alcuni meccanismi con la creazione di “nero” (ha parlato ad esempio di una busta con 10mila euro che sarebbe stata ‘alleggerita’ della metà prima del deposito in banca). Claudio Bonacina, che si occupava della produzione, ha detto di aver sentito parlare di “fatture non emesse”.

Dopo un’udienza molto lunga – iniziata alle dieci del mattino e conclusasi nel pomeriggio – il processo è stato aggiornato al prossimo 31 maggio. quando grazie ad un più che probabile risarcimento da parte degli imputati potrebbe “sparire” la parte civile – finora sostenuta dall’avvocato Stefano Pelizzari. Sentenza distante, dato che andranno sentiti comunque ancora molti testimoni oltre ai due protagonisti del crac Grattarola.

Il collegio di magistrati chiamato a giudicare è presieduto da Enrico Manzi   con a latere Salvatore Catalano e Nora Lisa Passoni.