DAL NOSTRO INVIATO – Si chiama "Operazione vendemmia" e vede indagate complessivamente 15 persone per corruzione e tentata corruzione. Le indagini sono partite da una denuncia di Stefano Galli, l’ex capogruppo della Lega in consiglio regionale, residente a Pasturo, a proposito del progetto di "Teleospedale", una TV della sanità lombarda. Coinvolto tra i tanti (in un altro filone che riguarda le assicurazioni sulla sanità pubblica) anche Giulio Boscagli – cognato di Roberto Formigoni ed ex sindaco di Lecco nonché assessore regionale – nell’ambito della "turbata libertà degli incanti in corso formale e continuato", secondo quanto hanno affermato gli inquirenti.
A suo tempo Galli aveva denunciato alla Questura di Lecco di aver rifiutato una mazzetta da 15mila euro. Secondo l’esponente leghista l’offerta gli sarebbe arrivata dal conte Alberto Uva, ex consulente di Roberto Castelli e titolare della "Global Service". Sarebbe stato un primo assaggio di una somma più imponente: quattrocentomila euro, in cambio dell’impegno a facilitare l’accesso della tv della sanità nei quattro ospedali (Galli nella nostra intervista parla di venti) diretti da manager in quota Lega.
Le indagini sono state avviate dal pm Paolo Del Grosso di Lecco. Quando gli inquirenti si sono resi conto che si trattava di un’inchiesta di respiro regionale hanno esteso la competenza alla Procura di Milano il fascicolo è cpsì finito sui tavoli di Fabio De Pasquale e poi di Tiziana Siciliano.
Tra gli indagati dalla Digos – coordinata dal Domenico Nera – c’è l’ex direttore generale della sanità lombarda Lucchina, il capogruppo Pdl in Regione Paolo Valentini Puccitelli e i vertici dell’epoca degli ospedali di Mantova, Vimercate e Desio.
Sentito da Valsassinanews, appena terminata la conferenza stampa in Questura, Galli ha dichiarato al nostro giornale: "Spero che quanto sta accadendo mi possa riabilitare".
L’ELENCO DEI 15 INDAGATI FORNITO OGGI DALLA DIGOS:
L’INTERVISTA "A CALDO" DI VN A GALLI
GALLI E L’OPERAZIONE DELLA DIGOS: ”SPERO CHE QUESTO MI POSSA RIABILITARE”
Abbiamo contattato Galli a Milano e l’ex capogruppo del Carroccio in consiglio regionale ha commentato a caldo (anzi: "caldissimo") l’indagine della DIGOS lecchese illustrata oggi in questura e partita proprio da una sua denuncia risalente a quasi quattro anni fa.