L’ORSACCHIOTTONE: CHI E’, COSA CERCA , GLI PIACE LA VAL VARRONE?



Le aveva adocchiate, le arnie del Buttera di venerdì, la scorsa settimana, senza predarle, poi sabato il primo sacco di alverari, riproposto domenica notte. A quel punto i forestali e la Polizia provinciale hanno messo in zona degli apparecchi ‘videotrappola’ a infrarossi, e l’orsone (100 chili di stazza) non li ha delusi, Si è fatto riprendere. Cosa strana si è ripresentato al ‘ristorante’ dell’Acquadusc, il piatto delle sere precedenti gli era piaciuto e sperava quindi di poter replicare.

Goloso di miele. "Soprattutto delle larve di api presenti negli alveari, larve che sono ad alto contenuto proteico", osserva Pietro Gatti, referente per la Provincia di Lecco del progetto “Life Arctos” finalizzato alla reintroduzione dell’orso. Al risveglio dal letargo, dopo aver esaurito le riserve di grasso consumate durante i mesi freddi, il plantigrado deve recuperare in fretta. Se il primo piatto sono larve non si fa mancare il secondo e il dessert, rispettivamente la cera e il miele. Quello prodotto da Vitto Buttera deve essere particolarmente buono visto che l’ospite ci è tornato per quattro volte di seguito.

"Da come si aggira dovrebbe essere un orso pacifico" racconta Carlo Signorelli assessore provinciale all’Ambiente. Non è detto che sia il medesimo esemplare che passò nel Lecchese lo scorso giugno. "Si tratta di un animale adulto, di circa due o tre anni, di terza generazione figlio degli orsi reintrodotti in Trentino una decina di anni fa" spiega Gatti. Arriva in Lombardia perché gli anziani dominanti non lasciano spazio ai più giovani che devono trovarsi nuovi territori; le femmine, invece, stazionano nei luoghi frequentati assieme alle madri, nei quali si sentono più sicure. Pure esse un po’ alla volta colonizzano nuove zone, ma di certo non amano essere esploratrici come i fratelli visitatori della Valsassina Valvarrone e Val Gerola. Tra qualche anno, assicurano gli studiosi, vedremo anch’esse con i cuccioli.

Resta la domanda: quando l’orso non riesce a trovare le api selezionate dalla ventennale passione del premanese Buttera, come fa a recuperare le proteine che gli servono? "Principalmente mangiando insetti" – aggiunge Gatti – "Nelle sue chilometriche marce giornaliere rovista tra i sassi per scovare le piccole prede, ma alla peggio non disdegna gli ovini".

Dopo le immagini agli infrarossi riusciremo mai a vedere l’orso alla luce del giorno? "Difficilmente: preferisce muoversi di notte. Solo gli animali che noi definiamo ‘problematici’ non hanno ritrosia a mostrarsi, perché sentono confidenza con l’uomo. Prima o poi finiscono ammazzati". Come è successo a M13 in Svizzera, non perché fosse realmente pericoloso, ma perché l’uomo ne ha paura e soprattutto rimane infastidito dai guai provocati dalla fame del plantigrado".

Insomma condanna a morte per disturbo pubblico, nonostante i danni vengano risarciti dai fondi del progetto “Life Arctos”, dove la presenza dell’animale è accertata. Attualmente la Regione Lombardia mette a disposizione efficaci recinzioni elettrificate per i possessori di ovini. Il consiglio comunque rimane quello dato dall’assessore all’Ambiente Signorelli che ha suggerito di tenere le bestie, di notte, al chiuso.

Comunque tra segnali di affetto e di paura da parte della gente, c’è chi approfittando del primo aprile ha piazzato l’orsetto di casa sulla neve usando un software di ritocco fotografico. Guardate le tre foto sotto pubblicate da F.C. su Facebook.

 

 

 

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