ORSI IERI E OGGI/2. PLANTIGRADI E TASSE: ARGOMENTI DIFFUSI E STORIE INTRECCIATE



Ai giorni nostri l’Orso e le Tasse sono tra gli argomenti di conversazione più gettonati e non è difficile trovare qualcuno con cui scambiare le proprie impressioni. Quando la Valle aveva tutt’altra fisionomia e l’urbanistica dei paesi non era così prorompente uomini e orsi, ma anche lupi, si dividevano il territorio. Una coesistenza difficile, pericolosa e che si accompagnava a conseguenze, anche economiche, drammatiche. Orsi e Lupi ostacolavano le attività umane al punto che venne richiesta  l’esenzione dal pagamento della tassa su boschi e pascoli, inoltre sulla testa degli animali pendeva una taglia vera e propria per chi fosse riuscito a liberarsene.

Nel riconoscere merito letterario e storico all’opera Noi gente del Lario, natura storia  tradizioni di Pietro Pensa riportiamo integralmente il passaggio:
 

(…) Ancora nel Settecento, benché meno grave, il flagello continuava. In una supplica del 1751 al Governo,i Valsassinesi, chiedendo che fosse loro mantenuta l’esenzione da tasse su boschi e pascoli, facevano presente che l’agricoltura e l’allevamento erano assai ostacolati dalla presenza di lupi e orsi, per i quali era accordata una taglia rispettivamente di 24 lire per i primi e 12 lire per i secondi. Precisavano che mediamente venivano uccisi ogni anno non meno di 12 lupi e 6 orsi. Nell’archivio di Stato di Milano è ancora conservato un fascetto di ricevute del Notaio del Pretorio, a cui coloro che avevano ucciso un animale feroce dovevano presentare la pelle dopo averla fatta bollare dal baricello sotto il naso con un segno di croce fatto con ferro rovente.

Si sarà Notato come il premio per un orso fosse la metà di quello concesso per un lupo, in quanto il primo animale era considerato meno pericoloso, come dimostra del resto il fatto già riscontrato che i pastorelli riuscivano a metterlo in fuga con frastuoni e rumori. Gli orsi calavano dal Legnone, dal Pizzo, dalla Grigna, dai monti dell’Alto Lago occidentale, e persino dal San Primo.

Oggi il contesto è evidentemente diverso e di lupi nessuna traccia, un orso però in Valsassina da qualche tempo c’è e continua a scorrazzare, in attesa che possa finalmente riparare in solitaria ad altitudini meno umane.

 

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