BRUNO COLOMBO: TRE COMUNI IN VALLE. E IN COMUNITÀ ”VEDE” PINA SCARPA



Ohibò, ci ha scritto proprio Bruno Colombo… Nelle tonnellate di email che la nostra redazione riceve quotidianamente, tra infinità di "spam", proposte di servizi più o meno interessanti, denunce di vicini insopprotabili e tanti tanti appuntamenti ecco spuntare quel nome. E’ lui, il "Bru.Co". Che manda una letterina delle sue. Lo sentiamo una-due volte l’anno e quando parla lascia sempre il segno. In questo caso, tra una valutazione sull’opportunità di avere due o una sola Comunità Montana e il progetto di concentrare l’intera Valsassina in tre amministrazioni comunali, ecco la "bomba": va bene che entrambi vengono dati come "renziani" ma l’assist che Colombo fornisce a Pina Scarpa è di quelli che segnano. Parlandone così: "Ha bagnato il naso a molti, dimostrando sensibilità, determinazione e grande impegno. Quando vuole risolvere un problema, sa trasformarsi in un autentico "cane da polpaccio" che non molla la presa finché non porta a casa il risultato". 

Mica male, a 20 giorni dalle elezioni – ma soprattutto in vista del rinnovo del vertice della Comunità Montana…
 

Caro Direttore,

                     sarà certamente al corrente dell’annoso dibattito che contrappone più o meno garbatamente, chi vuole eliminare le Comunità Montane perché ritenute un inutile doppione di altri enti sovraccomunali e chi, invece, proprio a casa nostra ne vorrebbe fare due. Una a lago e una a monte, più omogenee anche dal punto di vista culturale ed economico oltre che squisitamente territoriale. All’italiana però non se ne è fatto nulla ma ora che si sta scomodando il titolo quinto della Costituzione, in tema di riorganizzazione dello Stato, si affacciano ben altre problematiche e visto il deludente viatico “comunitario” non so se stare allegro o  attendermi altre cocenti delusioni.

Il momento è topico, la palanca scarseggia e ben presto il legislatore metterà mano alla scure per ridurre drasticamente il numero degli Enti locali territoriali che in questi ultimi anni, solo in minima parte, hanno manifestato la volontà di aggregare i loro servizi o fondersi in comuni di maggiori dimensioni. Il tempo c’è stato, per confrontarsi e anche per scontrarsi ma ora è il momento di decidere. Se si perdono le ultime occasioni, a fine anno o poco più in là, la soluzione potrebbe essere calata dall’alto e nessuno dovrà allora lamentarsi o far finta di cascare dal pero. Ripeto, il tempo c’è stato!

Dopo che le ultime gestioni comunitarie hanno deluso anche i sassi e soprattutto dopo l’ultimissimo“Mal-di-Denti”, che non passerà certamente alla storia per aver brillato in efficienza e autorevolezza, prima che accada quel che abbiamo testé paventato non sarebbe il caso di concretizzare in Valle e in modo largamente condiviso i tre grandi comuni, di cui si parla ormai da molti anni? Rappresenterebbero la soluzione di molti nostri problemi politici, logistici e gestionali, garantendo al contempo maggiore qualità nel governo della Valsassina. Lo dicono in molti ma alla chiusa del sacco, tutto tace.

L’Altopiano valsassinese, la cosiddetta Val piana e l’Alta valle valle sono, infatti, i tre ambiti naturali in cui è diviso il nostro territorio: sono tre aree che possono essere omogenee e autosufficienti per quanto riguarda i servizi principali ma sono certamente in grado di migliorare il contesto descritto dialogando fra di loro, attraverso aggregazioni sovraccomunali degne di questo nome. Non da ultimo, sarebbe da coinvolgere anche il Parco della Grigna Settentrionale, che potrebbe finalmente generare opportunità per l’intera Valle. Così facendo si darebbe attuazione, anche da noi, alla famosa regola delle tre E, efficacia, efficienza ed economicità.

Creare tre Comuni in Valsassina, inoltre, darebbe il colpo di grazia anche a quella disaffezione dilagante nei confronti della politica che è presente anche nei paesi di montagna e che ha generato il triste fenomeno delle “monoliste”, soprattutto in questa tornata elettorale. Del resto scappa davvero la voglia di mettersi in gioco, soprattutto in certi paesi che da decenni, di fatto, sono straccamente "governati" non dal migliore sindaco possibile ma dal candidato che riesce a portare ai seggi i gruppi famigliari più numerosi. Molti cittadini lo dicono chiaro, sono stufi delle stesse minestre riscaldate e compromesse dal voto di scambio.

Sarebbe meglio e decisamente più dignitoso porre le condizioni perché, anche dal punto di vista politico, possano emergere e consolidarsi sul campo le proposte che risultano vincenti dal dibattito preelettorale e non quelle che sono garantite dalla somma di clan famigliari, spesso imbattibili nei comuni piccoli e soprattutto piccolissimi, che caratterizzano la montagna valsassinese e più in generale quella lombarda. Che qualità può garantire al governo della Cosa pubblica chi,  tronfio e po’ arrogante, è già sicuro di uscire vincitore dalla conta dei voti? Se non si cambia in fretta il fenomeno, purtroppo, si consoliderà ulteriormente. Tre comuni ben gestiti, farebbero della Valsassina un esempio anche per altre valli alpine e prealpine. Che piaccia o no, questa è la soluzione che sta venendo avanti anche a livello regionale.

Tornando alla nostra Comunità Montana, a questo punto ci si chiede chi ne reggerà prossimanente le sorti. Vista la profonda riorganizzazione che attende gli enti territoriali a tutti i livelli, credo che il nuovo presidente dovrebbe essere individuato fra i sindaci che hanno maggiore esperienza e ce n’è più d’uno che si appresta ad affrontare il terzo mandato. Senza nulla voler togliere agli altri autorevolissimi suoi colleghi, vedrei bene al vertice di fornace Merlo l’attaule primocittadino di Casargo, Pina Scarpa. Non continuerremmo almeno ad avere il solito, insopportabile, “Mal-di-Denti” e scusate se è poco! Dico la verità quando affermo che in passato l’avevo sottovalutata ma, invece, ho dovuto ricredermi e non solo perché, lei, pardon, "terrona" di Salerno, ha saputo farsi voler bene e apprezzare anche in terra di Lega, raccogliendo consensi e apprezzamenti che sono stati premiati fin dal livello regionale. Ha bagnato il naso a molti, dimostrando sensibilità, determinazione e grande impegno. Quando vuole risolvere un problema, sa trasformarsi in un autentico "cane da polpaccio" che non molla presa finché non porta a casa il risultato. C’è da imparare. Chapeau!!

Bruno Colombo – Cittadino

 

 

 

 

 

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