LA LETTERA/’’FAR MUSICA, UN’OCCUPAZIONE INUTILE?’’



"Sul fondo della sala un folto gruppo di uomini e donne che avevano tutta l’aria di essere i genitori dei giovani, i quali a loro volta avevano tutta l’aria di essere già di casa nella scuola:erano quindi, in buona parte almeno,  giovani allievi.

Nulla di strano dunque. Anzi, tutto normale. Solo mi son chiesto, guardandomi attorno:possibile che io sia l’unico con i capelli bianchi? E per giunta, l’unico allievo con i capelli bianchi? Ero infatti lì per sentire le novità del mio quarto anno di frequenza a quella scuola di musica. Studio pianoforte, da tre anni. Ne avevo ottanta, quando ho cominciato. Avrei potuto pensarci prima, è vero. Ma c’è un momento in cui ognuno di noi vuole assaporare le plaisir délicieux et toujours nouveau d’une occupation inutile ossia il piacere delizioso e sempre nuovo di una occupazione inutile. Sto citando il poeta francese Henri de Régnier. Una frase che  Maurice Ravel (del quale è noto a tutti il  famosissimo Bolero) ha riportato come intestazione  dello spartito dei suoi Valses nobles et sentimentales per pianoforte. Imparare a suonare uno strumento ed a far musica senza l’obiettivo di diventare un concertista o un docente, farlo solo per sé stessi, può apparire in effetti, per un homo oeconomicus,  un’occupazione razionalmente inutile. Eppure, proprio nel far musica  possiamo immergerci, dimenticando le occupazioni e  preoccupazioni del quotidiano, in un “otium” incantevole e sempre nuovo, come ci suggerisce il poeta (massimizzando proprio, guarda un po’, il grado di soddisfazione personale).

Perciò non sono affatto disposto a definire inutile il tempo occupato in questi tre anni a  studiare teoria musicale e solfeggio ed armonia e ad esercitarmi sui tasti del pianoforte. Mi rendo conto che non sto investendo  tempo e denaro per trarne un utile economico, come potrebbe essere per un giovane che  intendesse diventare un musicista o un docente. Né sto a rincorrere  l’ambizione di suonare in pubblico, sognando standing ovations e grandi riconoscimenti della critica. Non ho tutto questo talento, ma non importa.

Può apparire (e forse lo è davvero) un po’ egoistico, ma suono soprattutto per me stesso. Perché mi diverto, il che è già una cosa piacevole. Ma so per mia esperienza personale che questo è solo il meno rilevante dei vantaggi che derivano dal far musica. Invito chi naviga in internet ad andarsi a leggere quello che molti siti dicono a proposito dei benefici del far musica in età adulta.
Le neuroscienze  hanno proprio in tempi recenti dimostrato come la musica accresca  le abilità cognitive e, suonando ad esempio  il pianoforte (ma in verità  qualsiasi strumento, dalla chitarra alla batteria) rafforzi le abilità motorie. Non voglio tediare qui con citazioni relative ai risultati dei numerosi studi sul tema: basta andare su internet per conoscerli in dettaglio. Viene spesso affermato che si può  imparare a suonare uno strumento a qualsiasi età; ne sono convinto e penso in particolare che  farlo quando si è in pensione e in teoria si ha più tempo libero,  costituisca non solo una piacevole sfida con sé  stessi, ma anche un efficacissimo antidoto contro  i sintomi dell’invecchiamento, legati a doti quali memoria, attenzione, capacità di apprendimento,  di ascolto e di lettura, pazienza e perseveranza, spirito di sacrificio,  determinazione nel raggiungere un obiettivo: tutte qualità necessarie anche solo per eseguire correttamente un semplice brano musicale.

A chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui ed è quindi verosimilmente interessato al tema, ricordo che oggi sabato 25 ottobre viene inaugurata a Barzio, alle 17:30,  la nuovissima sede della scuola di musica di cui parlavo all’inizio, l’Accademia Musicale Valsassina (via Roma 42). Valsassinanews ne ha già dato notizia con maggiori dettagli. Credo sia una buona occasione per verificare cosa può offrire una scuola a proposito dei  temi cui qui si è fatto accenno. Temi che coinvolgono naturalmente ogni altra Scuola di musica ed ogni Docente di musica della nostra valle. Dovunque si insegni musica  c’è l’opportunità di avviare i primi passi verso un’utilissima occupazione inutile, fonte e promessa di un piacere delizioso".

Ivan Edmondo Bertoluzza

 

 

 

 

 

 

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