LECCO – Scatta di nuovo l’emergenza ozono in Lombardia. Nella giornata di ieri, per la quarta volta in questo mese, si sono superate le soglie di allarme. Questa volta è toccata alla Bergamasca, dove nella centralina del capoluogo e in quella di Calusco d’Adda si sono raggiunti valori di picco di ozono atmosferico superiori ai 240 microgrammi/m3, considerati pericolosi per la salute umana. Subito dietro la provincia di Lecco con 225 microgrammi/m3.
Valori che, per le normative vigenti, impongono l’attivazione immediata di misure, a partire dalla limitazione della circolazione automobilistica. In tutta la regione poi, con la solitaria eccezione di Bormio, si sono superati abbondantemente i valori di concentrazione media, durante il picco diurno dell’ozono, che la attuale direttiva europea sulla qualità dell’aria indica come valore-obiettivo, sempre per la tutela della salute umana (120 mg/m3)
“Quello con l’inquinamento da ozono è da sempre un appuntamento estivo, ma quest’anno la situazione appare decisamente più critica che in passato, visti i superamenti dei valori della soglia per l’esposizione acuta a questo gas fortemente tossico per le mucose respiratorie,” dichiara Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia, richiamando il recente rapporto che Legambiente ha pubblicato su questo tipo di inquinamento.
“A non cambiare è anche la sottovalutazione del problema da parte delle istituzioni regionali, a partire dall’assessorato al welfare, che si guardano bene dall’attivare la necessaria informazione ai cittadini e le misure di limitazione delle fonti emissive, sebbene la Lombardia sia di gran lunga la regione con il più grave inquinamento da ozono in tutta Europa”, conclude Di Simine.