DON PINO: E’ NATALE SI E’ ACCESA LA LUCE



"IL POPOLO CHE CAMMINAVA NELLE TENEBRE VIDE UNA GRANDE LUCE” (Is.9,1)

Era l’annuncio profetico di Isaia per un popolo alla ricerca di storia, di verità e di libertà!

E’ l’evento rivelatosi nella Notte Santa e che ci offre la certezza che c’è sempre una luce che risplende sopra le tenebre! Le tenebre non hanno mai l’ultima parola. c’è sempre un sole che sorge e dissipa ogni notte. Il Natale ne è ancora la riprova!

Sulla storia dell’uomo, sul buio che molto spesso avvolge la sua esistenza, sulla confusione che annulla i colori, prima o poi viene la luce: anzi il Natale è precisamente la venuta definitiva e inarrestabile della luce.

Ora l’uomo ha la sua luce, può vedere e può capire, e, se non è un pazzo o un incosciente, può trovare e vedere la sua strada.

La luce che emana dalla Grotta di Betlemme e via via cresce sul mondo intero, svela all’uomo di ogni tempo e di ogni luogo la sua grandezza, la sua origine e il suo fine, il senso del nascere e del morire, il significato vitale dell’amore e dell’essere amato.

Una luce si è accesa: sono oltre 2000 anni che da quella Grotta di Betlemme parte la luce e illumina ogni uomo, e sono oltre 2000 anni che le tenebre tentano di soffocarla o almeno di confonderla con altre luci e altri colori…

Una lotta mai finita…se è vero che a distanza di oltre 2000 anni si ripropone anche ai nostri giorni: in effetti continua il tentativo di accendere altre luci sul terreno della onestà e della giustizia, su quello della vita privata e della vita comunitaria, sui comportamenti individuali e su quelli sociali!

Abbiamo bisogno della Luce del Natale sulla nostra storia sempre più in decadenza, sempre più in balia degli equivoci, sempre più impregnata di bassa cultura.

Abbiamo bisogno della Luce del Natale su un libertarismo irresponsabile, su una economia consumista e frustrante, su una cultura superficiale e piena di bugie dannose per chi le dice e per chi le subisce.

Abbiamo bisogno della Luce del Natale su una burocrazia che ha complicato la sana gestione del bene comune facendo spazio a furbi e disonesti, punendo gli sprovveduti e destinando al degrado beni e servizi di base come case, scuole e ospedali.

Abbiamo bisogno della Luce del Natale su certe mentalità che in nome del pluralismo nella libertà, nell’etica, nei consumi, a volte anche nella religione, generano autentiche follie di giudizio e di comportamento: per non diventare rigoristi non si può accettare di essere qualunquisti!

Abbiamo bisogno della Luce del Natale per un ritorno di civiltà e di saggezza, per un ricupero di realismo educativo, per ritrovare la forza delle proprie personali responsabilità, il coraggio dei sì e dei no da pronunciare in tempo, l’umiltà e l’urgenza dei “basta” per riparare errori ed evitare guai ancora maggiori soprattutto sul versante familiare ed educativo.

Abbiamo bisogno della Luce del Natale per un sussulto di intelligenza e di fede: se Cristo è “via, verità e vita” (e io come credente e come prete mi sento di dare testimonianza della verità vitale di queste parole!) allora Cristo non può essere un soprammobile o un orpello ornamentale della vita…

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