MIGRANTI IN PAESE? IL SINDACO DI TACENO SCRIVE AGLI ABITANTI. E SPIEGA



Ai Cittadini di Taceno
Carissimi,
come avrete sicuramente sentito o letto, da giorni si parla di un imprecisato numero di “profughi” in arrivo a Taceno.
Vi posso assicurare che l’Amministrazione comunale, ad oggi, non ha ricevuto comunicazioni ufficiali in talsenso, né tanto meno è a conoscenza di informazioni che vanno in questa direzione. Di vero c’è una situazione di emergenza sull’intero territorio italiano, dovuta al fatto che  negli ultimi due anni vi è stato un progressivo aumento degli sbarchi sulle coste del sud d’Italia; tutto ciò ha acuito le problematiche correlate al fenomeno.  

Al fine di evitare l’eccessiva concentrazione di migranti sullo stesso territorio nel 2015 i Sindaci della provincia di Lecco (ipotizzando una presenza massima di 1200 migranti) avevano sottoscritto un accordo territoriale che salvaguardava un rapporto di circa 3 migranti ogni 1000 residenti (N° 2 nel Comune di Taceno) ciò al fine di avere una distribuzione diffusa ed omogenea nel territorio provinciale. Così non è stato, tanto che oggi gli oltre 1200 richiedenti asilo sono distribuiti in soli 25 Comuni con concentrazioni elevate in alcuni Comuni (Lecco n. 586, Cremeno n. 128,   Esino Lario n. 39, Ballabio n. 42) e soprattutto in Valsassina e nell’ambito lecchese.  

Considerato che nei prossimi mesi dovrà essere svuotato il “centro accoglienza” del Bione a Lecco e, più in generale in previsione della stagione estiva che senza dubbio  farà  registrare un maggior numero di sbarchi di profughi, Nando De Gianbattista (Presidente dell’Ambito Distrettuale di Bellano), e  Manila Corti, (responsabile della Gestione associata per iservizi alla persona Ambito di Bellano e referente per i migranti in provincia di Lecco), hanno avviato una serie di incontri sul territorio per aggiornare gli Amministratori locali sul tema dell’accoglienza in provincia di Lecco ma anche in merito ai diversi sistemi di accoglienza quali i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) e il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati  (SPRAR). Nello specifico i CAS ? sorti inizialmente per gestire arrivi consistenti e in tempi ravvicinati di migranti ? oggi  costituiscono la modalità ordinaria di accoglienza e sono individuati dalla Prefettura che informa gli Enti Locali della localizzazione di un CAS (es “Bione” a Lecco). Lo SPRAR è invece costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.

In questo contesto i Comuni sono stati invitati ad aderire al sistema SPRAR con l’obiettivo di poter assicurare un’accoglienza equilibrata e diffusa dei migranti; lo SPRAR prevede per altro una clausola di salvaguardia, ovvero il limite massimo di 6 richiedenti asilo per i Comuni fino a 2000 abitanti e di essere  “esenti dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza”, ovvero essere sede di un CAS Ho voluto esporre questi aspetti “tecnici” così da fornirvi elementi utili per  una migliore conoscenza della questione.

Fermo restando che il problema dovrebbe essere affrontata dall’Europa in altro modo sono  fermamente convinto che in questo contesto sia meglio aderire allo SPRAR per le ragioni sopra espresse: ACCOGLIENZA EQUILIBRATA (max 6 migranti), DIFFUSA (su tutto il territorio) ESENZIONE da ulteriori forme di accoglienza.

È un atto di responsabilità e una risposta ad un problema che di questo passo non potrà più dirsi di emergenza ma strutturale. Vi chiedo, per quanto possibile, di interrompere e o arginare le chiacchiere che su questa precisa questione stanno creando diversi “problemi”.

Nel prossimo consiglio comunale provvederò ad aggiornarvi ulteriormente.  

Cordialmente  
Marisa Fondra

 

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