“DON MARIO”: CRONACA DELL’UMILE PELLEGRINAGGIO DI UN FUTURO ARCIVESCOVO TRA I SANTUARI DELLA VALSASSINA. TUTTE LE IMMAGINI



VALSASSINA – I fedeli che hanno raccolto l’invito dei quattro parroci della Valsassina (don Lucio Galbiati parroco della Comunità Pastorale Maria Regina dei Monti, don Marco Mauri della Comunità Madonna della neve, don Bruno Maggioni dell’Unità Pastorale dell’Alta Valsassina e don Mauro Ghislanzoni parroco dell’ Unità di Premana e Pagnona) quasi non credevano ai loro occhi nel vedere l’Arcivescovo eletto monsignor Mario Delpini arrivare al loro Santuario a bordo della Panda guidata da don Lucio o da don Bruno. Anche il titolo di Eminenza, che qualche sacerdote aveva suggerito per il saluto al Vescovo, è sembrato ai più fuori luogo; tanto che l’Arcivescovo eletto è diventato per tutti don Mario, più semplicemente un parroco.

All’arrivo in ogni Santuario mariano da Pasturo a Premana, ha salutato la gente – soprattutto adulti e anziani, ma anche qualche ragazzo e bambino accorsi in buon numero a recitare una decina di Ave Maria e a pregare per la Chiesa di Milano e per l’Arcivescovo.

“Sono un uomo alla buona, senza tante risorse, chiamato ad un importante incarico ma che si appoggia a Gesù” ha spiegato don Mario interpretando la Pietà Rondanini di Michelangelo Buonarroti scelta come simbolo della sua missione alla Diocesi e il motto che lo ha ispirato: a questa morte si appoggia chi vive: “Sto in piedi perché mi appoggio a colui che è morto per me”.

Santuario Madonna della Cintura Pasturo

“Il mio in Valsassina è un pellegrinaggio mariano semplice e umile. Sono spaventato dal compito che mi ha affidato il papa”, invitando sempre i fedeli alla preghiera a Gesù e a Maria per sostenerlo nel modo più giusto.

Ha sempre ricordato i suoi predecessori: il cardinale Angelo Scola e soprattutto il cardinale Dionigi Tettamanzi deceduto due giorni prima, con grande affetto. Si è stupito nel vedere tante cappellette votive lungo il tragitto nel salire in Valle, chiarendo: “I nostri vecchi le costruivano come un invito a pregare: preghiera e vita coerente con il Vangelo sono alla base dell’impegno di ogni cristiano”.

Introbio Madonna della neve

I Santuari erano bardati a festa, a Pasturo avevano fatto arrivare in chiesa alle 7 del mattino una ventina di bambini e ragazzi un po’ assonnati ma entusiasti nel vedere l’Arcivescovo di Milano così da vicino. Il sindaco Guido Agostoni gli ha donato un libro della poetessa Antonia Pozzi ricordando anche il Santuario di Santa Maria della Strada, poco conosciuto ma tanto caro al cardinale Carlo Maria Martini e posto in vetta alla Grigna Settentrionale, a fianco del rifugio Luigi Brioschi.

Quindi la tappa a Introbio,  preceduta da una breve visita alla chiesetta di San Michele, dove il prevosto don Mauri e don Graziano, molto emozionati, hanno accolto l’illustre ospite assieme a numerosi fedeli nella parrocchiale dove il Vescovo ha pregato la Madonna di Biandino. Quindi trasferimento in auto al Santuario di Barcone dedicato all’Immacolata per poi andare alla chiesetta della Madonna di San Rocco, con un continuo stringere mani e salutare i presenti uno ad uno.

Santuari di Barcone e San Rocco

Prima di trasferirsi da Introbio a Primaluna don Delpini ha voluto passare a Villa Serena a salutare l’anziano don Alfredo Zoppetti – con il quale ha recitato le preghiere – ma anche gli altri anziani ospiti.

Dopo una breve tappa nella sede del Decanato a Primaluna l’arrivo, molto atteso da numerosi fedeli, al Santuario di Maria Bambina a Cortabbio sede di una apparizione mariana nell’agosto 1535, dove monsignor Delpini si è soffermato a lungo in preghiera.

Santuario di Cortabbio

Ad ogni tappa l’arcivescovo eletto ha invitato sempre a pregare anche con la preghiera da lui composta ed ispirata al Padre Nostro, esortando a non recitarla svuotandola del suo significato ma riflettendo sulle parole contenute.

A Taceno ha visitato la splendida e restaurata parrocchiale dedicata a Maria Assunta per poi trasferirsi in Alta Valle a Margno portato, sempre in utilitaria, da don Bruno Maggioni e atteso da tutta quella coesa Comunità di Margno che fa della chiesa e l’oratorio il centro della propria appartenenza.

Santuario di Taceno

Qui una grande festa lo ha accolto con l’esibizione di Simone Falcetti che ha eseguito Di più uguale non ce n’è, canzone vincitrice di un importante premio nazionale, ascoltato con attenzione dall’Arcivescovo.

FUNERALI PENSOTTI DON BRUNO E DELPINI - CopiaMa è a Casargo che don Mario è stato parroco e ha dimostrato una grande semplicità d’animo e di essere vero uomo di Dio, benedicendo la bara di Carla Pensotti e prendendo in braccio, con evidente emozione, un bambino piccolo portogli da uno grandioso don Bruno Maggioni – quasi un: ricordati chi sei – e ricevendo anche un monito da don Antonio Brunello: “Ti mancheranno questa fede e queste montagne, quando entrerai nei sacri palazzi ambrosiani…”.
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Santuari di Margno e Casargo

Quindi al Santuario di Pagnona dedicato alla Vergine Addolorata, accolto dal parroco don Mauro Ghislanzoni e da numerosi fedeli per arrivare, dopo 12 ore di pellegrinaggio informale, nella parrocchiale di Premana dedicata alla Madonna del Rosario dove ha celebrato la messa solenne conclusiva con i sacerdoti premanesi.

Durante l’omelia ha voluto sottolineare: “Quello che mette in difficoltà un vescovo non è lo sforzo, il provvedere alle necessità, la scarsità di risorse a disposizione, ma quell’atteggiamento dell’uomo di oggi che dice: Tu qui non entrerai. Dice così l’uomo moderno perché vuole affermare la non necessità del Vangelo e di Dio. L’uomo moderno ritiene di essere capace di procurarsi quello che gli serve. È questo che addolora un Vescovo che è mandato per annunciare a tutti il Vangelo. Quando si afferma: tu qui non entrerai perché vuoi portarci via qualcosa, imporci dei doveri e delle leggi. A noi piace comportarci secondo le nostre voglie e gusti, perché mai dovremmo obbedire ad una legge che viene da Dio?... Ho pensato che potremmo percorrere una via che ci può permettere di bussare alla porta anche di chi ha deciso di non aprire. La via è la preghiera che insegna a rivolgersi al padre dicendo venga il tuo regno. Penso che la preghiera possa aprire la porta dal di dentro per fare entrare la parola del vangelo. C’è soltanto una via per entrare anche laddove si presenta l’impermeabilità perché noi pregheremo. Non solo i preti ma tutti noi come una comunità di preghiera. La seconda via che percorreremo, sarà quella di irradiare la gioia dei cristiani per convincere che la chiesa non è un’istituzione che vuole difendere le sue posizioni ma un movimento ardente che va oltre i momenti brevi ed effimeri che vive l’uomo di oggi. Dobbiamo dimostrare di essere il popolo della gioia, gente contenta della sua fede”

.La messa conclusiva a Premana

Al termine della messa sua eminenza Mario Delpini è tornato con il decano don Lucio a Barzio per fare ritorno a Milano.

 

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