ADDIO “TELEMATICO” ALLO STORICO CAPANAT DI PREMANIGA



PREMANA – Chiesa colma con oltre 400 persone per l’addio a una persona speciale, ultimo testimone di una storia che purtroppo si dimentica.

SILVIO GIANOLA - CopiaSilvio Gianola per più di cinquant’anni ‘ol capanat di Premaniga‘ ha avuto un funerale che ha onorato il suo carattere per nulla intimidito di fronte all’innovazione. La nipote che si trova a Shangai ha potuto seguire l’omaggio al nonno in diretta internet, attraverso quell’Ipad che lo faceva impazzire e del quale non riusciva a imparare le procedure, ma che lo affascinava e gli mostrava una nuova frontiera raggiunta dall’uomo.

Un rapporto travolgente con i nipoti, figli dei cinque figli ai quali ha insegnato di essere aperti al mondo e di non farsi fermare dai confini. Perché lui le frontiere le aveva varcate forzatamente. Come prigioniero dei tedeschi per ben due volte. Con una scelta speciale: quella di consegnarsi, immolandosi. La prima volta per salvare il fratello don Angelo catturato a Bellano al posto suo e la seconda assieme ad altri 51 uomini che si sono lasciati arrestare dai tedeschi per non sacrificare il paese. E questa seconda volta poteva restare nascosto negli alpeggi, perché per la burocrazia fascista lui era già in Germania.

E invece il condividere il destino avverso con i suoi coscritti era un punto di onore, un impegno morale. Insegnamenti che questa epoca individualista sembra aver dimenticato ma che per fortuna un funerale aggancia nella storia e rispolvera, per ricordarci che noi ci portiamo dentro principi di grande umanità

berlin lager 1994Silvio amava l’essenzialità, nelle sue lettere a un fratello raccontava con semplicità della fame, del freddo, di come al secondo arresto non gli era ‘capitato di cadere’ dalla tradotta come la prima volta. Non era più riuscito a scappare.

Per una persona così speciale non si poteva ignorare l’aspetto politico (non partitico) della sua vita. Così il parroco di Premana don Mauro Ghislanzoni tra le letture dalla Bibbia ha scelto il libro dei Maccabei dove si racconta la lotta dei Giudei contro la dominazione di re greci. L’invasore che si appropria della vita dell’altro, non dandogli alcun valore. Silvio e gli altri invece hanno dimostrato la dignità del pensare non solo per se stessi, ma per la comunità nella quale si è inseriti.

GIANOLA 90 ANNIE così il valore della famiglia, il rispetto per le nuove generazioni ha portato l’unico nipote maschio Giorgio e in rappresentanza delle altre Jessica a tracciare due ritratti del nonno presente nell’educazione morale, nel tenere tutti assieme, nell’insegnare la schiena sempre dritta a onorare il proprio agire.

In un giorno afoso di fine agosto il feretro col corpo di SIlvio si è incamminato verso la cremazione da lui espressamente voluta, tanto che ne aveva già parlato al parroco.

Un testimone della storia con la mentalità sempre aperta verso il presente che sta già forgiando il futuro.

N. A.

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