VALSASSINA – Sono realizzati da “semplici” fedeli ma anche da validi artigiani, con movimenti e luci intermittenti. Sono in tutte le chiese della Valsassina, esclusa quella di Sant’Eusebio di Pasturo dove il presepe però viene fatto all’esterno.
Rappresentano i territori attorno o semplicemente la tradizione che risale al 1.223, esattamente il 29 novembre, quando papa Onorio III con la bolla Solet annuere approvò definitivamente la Regola dei frati Minori. Nelle settimane successive Francesco d’Assisi si avviò verso l’eremo di Greccio dove espresse il suo desiderio di celebrare in quel luogo il Natale. Ad uno del luogo disse che voleva vedere con gli “occhi del corpo” come il bambino Gesù: nella sua scelta di abbassamento, fu adagiato in una mangiatoia. Quindi stabilì che fossero portati in un luogo stabilito un asino ed un bue – che secondo la tradizione dei Vangeli apocrifi erano presso il Bambino – e sopra un altare portatile collocato sulla mangiatoia fu celebrata l’Eucaristia.
Per Francesco come gli apostoli videro con gli occhi del corpo l’umanità di Gesù e credettero con gli occhi dello spirito alla sua divinità, così ogni giorno mentre vediamo il pane ed il vino consacrato sull’altare, crediamo alla presenza del Signore in mezzo a noi. Nella notte di Natale a Greccio non c’erano né statue e neppure raffigurazioni, ma unicamente una celebrazione eucaristica sopra una magiatoia, tra il bue e l’asinello. Solo più tardi tale avvenimento ispirò la rappresentazione della Natività mediante immagini, ossia il presepio in senso moderno. [ Link ]
In tutte le realtà religiose sono ammirati e centro di una visita da parte soprattutto dei bambini. Una tradizione che anche quest’anno trova delle vere e proprie mostre all’aperto a Casargo con La via dei presepi dal 24 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018, Moggio sempre dal 24 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018 e Cortenova con Un Canton… un presépi dal 24 dicembre al 6 gennaio.