LECCO – C’era anche il presidente della Comunità Montana V.V.V.R. Carlo Signorelli, al vertice di martedì nella sede dell’ATS di Lecco convocato per fare il punto sulla spinosa vicenda dello spostamento dell’automedica da Bellano a Nuova Olonio.
“Devo premettere – dichiara l’ex sindaco di Perledo a VN – che non ero stato invitato in via ufficiale, poi due parole le ho dette lo stesso visto che a lato dell’importanza della questione ho qualche competenza in materia. Eppure in quella sede ho imparato molto, grazie soprattutto alla trattazione scientifica e ricchissima di dati effettuata dai tecnici e dai vertici di AREU”.
Signorelli è modesto e non cita il suo curriculum (fatto inusuale di questi tempi…) ma di “competenza” ne ha eccome, essendo professore Ordinario di Igiene e sanità pubblica all’Università degli Sudi di Parma e docente di igiene ambientale al Politecnico di Milano, past president della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, autore di oltre 800 pubblicazioni scientifiche e di 25 testi universitari e già esperto del Consiglio Superiore di Sanità.
“Ho ascoltato con interesse l’elencazione delle statistiche, delle cifre e degli algoritmi fatta da AREU – ribadisce Signorelli – a conferma dell’impressione, che non è solo mia ma un’opinione condivisa a livello nazionale ed europeo, che il nostro servizio di emergenza e urgenza, quello lombardo, sia il migliore e non solo a livello italiano. Ho dunque detto che è corretto e necessario guardare con attenzione a quel tipo di organizzazione e alle tecnologie in evoluzione che è in grado di mettere in campo, sistemi che progrediscono rapidamente e mutano il quadro degli interventi di emergenza molto velocemente nell’arco di pochi anni”.
“In questo ambito, direi più da cittadino e amministratore pubblico che da professionista della sanità, mi sono comunque permesso di segnalare la mancanza di un paio di passaggi rilevanti, legati alle specificità del nostro territorio. Nella esaustiva trattazione della casistica fatta da AREU deve infatti essere evidenziato quel 5% di interventi dell’elisoccorso resi impossibili dalle condizioni meteo. Va valutato quindi il peso nelle scelte di un caso ogni venti nel quale effettivamente l’arrivo dei soccorsi dal cielo non sia possibile e si renda necessario l’impiego di un’auto (medica o infermieristica). Mi ha sollevato, sempre da residente nello specifico a Perledo, sapere che mediamente viene garantito nel mio paese l’arrivo dell’eliambulanzac anche notturna e con medico eventualmente ‘verricellato’, nell’arco di 11-15 minuti. L’altro punto dolente che ritenevo di dover evidenziare è la caratteristica dei nostri territori – parlo in questo caso della Comunità Montana che presiedo – ovvero il fatto che si tratta di località con grande vocazione turistica e dunque spesso i flussi e i numeri conseguenti vanno valutati in forma diversa rispetto a quella limitata alla quantità, bassa, di semplici residenti”.
S. T.
.
In copertina FOTO PIER LUIGI VASINI PER UNIVERSITA’ DI PARMA