A LIETO FINE/BRACCO PER TRE GIORNI NEL CANYON SOTTO LA PIOGGIA. L’ISTINTO DELLA GUIDA PER SALVARLO



GRIGNA – In Val Meria in cerca dell’ago nel pagliaio dopo tre giorni di piogge, l’impresa riesce seguendo tracce e istinto, poi per il recupero occorrono tecnica e competenze.

Protagonista è David, bracco tedesco kurzhaar di 6 anni, che si è allontanato sabato scorso salendo con Giulia al rifugio Elisa da Mandello per la selvaggia Val Meria. Al Sasso Cavallo l’ultimo avvistamento, poi distratto dai camosci si è allontanato dalla sua padrona, la quale lo ha cercato per ore, invano. Il maltempo della domenica non l’ha fermata, ma l’esito è sempre negativo. Lunedì interviene Andrea Carì, guida alpina di Cortenova. Le probabilità di trovare il cane sono ridottissime.

Il racconto della storia – a lieto fine – è su Mountain Dream, spazio web dedicato all’alpinismo. Eccolo in forma integrale, raccontato dallo stesso Carì:

Oggi vi vogliamo raccontare la storia di David un Bracco tedesco Kurzhaar di 6 anni, che sabato scorso insieme alla sua padrona stava salendo al rifugio Elisa, nella bella e selvaggia Val Meria sopra Mandello. La storia è un po’ lunga, ma sicuramente secondo me merita di essere letta… David seguendo il suo istinto a circa 1000m di quota, poco sotto i salti di roccia alla base del Sasso Cavallo, interessato da un gruppo di camosci, scompare alla vista della sua padrona, che invano lo chiama per ore…

Domenica il tempo è davvero pessimo… Forte pioggia, vento e freddo non hanno fermato però Giulia, che lo ha cercato tutto il giorno… purtroppo con esito negativo… Giulia decide allora su indicazioni del suo amico Ivan ValmalencoAlpina.com di chiamarmi (L’Andre Bedoii AGuida Alpina) in quanto a detta sua: “chiama lui che conosce ogni angolo della Grigna…”

Lunedì partiamo carichi di speranza Giulia ed io, sapendo però che stiamo cercando il famoso ago nel pagliaio e a distanza di tre giorni con la pioggia di domenica, siamo pronti anche al peggio… Raggiungiamo il luogo dell’ultimo avvistamento e li usando un poco l’istinto e tanto l’esperienza di anni di cani scappati e poi recuperati (Il mio cane Psike ne è l’emblema) mi metto a seguire le tracce lasciate dai camosci, che conducono a dei salti di roccia a picco sul canyon iniziale del Meria. Continuiamo a chiamare David, ma non sentiamo nessuna abbaio o lamento, forse a causa anche dell’impetuoso scorrere dell’acqua nel fiume…

Non desistiamo però e con l’idea di bonificare quella che era la zona più impervia (se fosse stato su terreno facile sarebbe già tornato da solo), inizio a calarmi su prati pensili e salti di roccia… Una prima calata si conclude senza esito positivo… risalgo e decido con Giulia di cambiare linea…

Costruisco un ancoraggio su una pianta, mi calo fino quasi all’altezza del fiume, ma non vedo niente… Da questa posizione ho però una buona visuale su un ampia porzione del canyon, ma una piccola ansa, rimane nascosta… per scrupolo risalgo e sposto l’ancoraggio iniziale e mi ricalo…

Stupito vedo David ancorato ad una roccia tra lo scorrere delle acque… non si muove e penso al peggio, dato che è bloccato dentro uno stretto canyon dopo tre giorni di pioggia e piene del fiume… Dopo poco però la felicità… David muove la testa… è vivo !!!

Avviso Giulia e penso a come recuperarlo… sono solo e con poco materiale… è troppo pericoloso chiedere a Giulia di aiutarmi… Mi organizzo con lo scarno materiale che ho a disposizione e con una serie di paranchi recupero David… Alla fine la situazione non è tanto diversa dai recuperi che tutti noi Guide Alpine siamo abituati a fare nei crepacci sui ghiacciai…

Tira molla, tira molla, scendi sblocca la microtaxion, risali, crea una serie di ancoraggi intermedi per ridurre gli attriti e via, ripetendo questa operazione diverse volte per circa 60 metri di salto… fin tanto che David, stremato, è di nuovo tra le braccia di Giulia…

Lo avvolgiamo in un telo termico, l’ipotermia anche per i cani è un rischio da ridurre in maniera tempestiva… David piano piano diventa più presente… ma comunque è sempre grave… sono tre giorni che è bloccato in mezzo all’acqua a 1000m di quota sotto il diluvio e senza mangiare…

Ora però dobbiamo portarlo il più in fretta possibile dal veterinario… la nebbia nel frattempo avvolge i ripidi pendii e con Giulia decidiamo di chiedere aiuto ai vigili del fuoco del SAF, che ci danno la loro disponibilità ad intervenire… ma non ci illudiamo (giustamente) delle necessarie tempistiche di intervento…

Lo stato di necessità ci impone di guadagnare tempo… Giulia mi carica in spalla David e scendiamo a valle sperando di incontrare il prima possibile i vigili… La discesa è rapida nonostante i 30kg di David sulle spalle, l’ora di sentiero scorre veloce, tanto che ci ritroviamo oramai sulla strada carrozzabile vicini alla macchina con i vigili, dove montiamo la “barella kong” e portiamo il nostro speciale paziente in pochi minuti al parcheggio di Rongio…

Ora Giulia corre in macchina con David dal veterinario… mentre io sistemo il materiale insieme agli amici Vigili… per raggiungerla poco dopo, dove con grande felicità, vedo David un poco traballante sulle sue zampe, che in maniera un filo timorosa, mi saluta e ringrazia a suo modo…

È davvero una sensazione unica quella che proviamo tutti e tre assieme… una sensazione di profonda amicizia e di forte legame, tra tre “persone speciali” (Giulia, David & io) che in realtà si conosco da poche ore, ma che oggi hanno vissuto un’esperienza che li unirà a lungo…

Ci tengo a precisare che ciò che ho fatto non è nulla di speciale… già anni fa avevo soccorso Cesare un altro cane disperso anch’esso in Val Meria per giorni e giorni (qui trovate il link del video di quel soccorso).

Ogni giorno le Guide Alpine e i Soccorritori Alpini compiono soccorsi più duri e impegnativi, medici e infermieri in questo periodo hanno fatto cose ancora più eccelse, ma la tenacia dimostrata da David & Giulia è davvero unica… siete speciali !!!

 

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