DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA QUARTA DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI



Nel Vangelo di oggi Gesù ci parla dell’Eucaristia. Per tre volte ritorna l’affermazione “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”. Si trattava di affermazioni difficili da capire per coloro che lo ascoltavano: “Non è forse il figlio di Giuseppe? Come può dire: “Sono disceso dal cielo?”. Nella sua risposta, Gesù sottolinea che questa conoscenza di Lui è dono del Padre: “Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato”: è la fede.

Infine, a conclusione di questo brano Gesù afferma: “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.

Non è soltanto la Parola di Dio che viene a noi dal cielo, e che pure costituisce un nutrimento per l’uomo, ma è la persona stessa di Gesù che dà la vita per tutti noi.

Raccogliamo tre pensieri.

Anzitutto Gesù ha voluto raccogliere il dono della sua vita per noi in una cosa materiale: non è un simbolo come può esserlo una bandiera, ma è una cosa di cui restano le apparenze, ma la cui realtà è ora il corpo stesso di Gesù nel gesto di donarsi per noi.

Le parole della consacrazione che sono al cuore di ogni santa Messa e che abbiamo sentito oggi anche brano di lettera di Paolo realizzano le parole di Gesù: “Questo pane è il mio corpo per la vita del mondo”, parole pronunciate nel cuore del tradimento.

Non lo vediamo, ma questa è la nostra fede. Ma poi ci chiediamo: Come può essere che questo pane sia capace di dare vita al mondo? Come può essere che il Figlio di Dio morendo in croce per noi, dia vita al mondo?

E’ la sua risurrezione che ci dà la certezza della fecondità della Croce e, con essa, della fecondità anche di ogni nostro sacrificio vissuto con gli stessi sentimenti di Gesù.

Infine, tornando al segno del pane voluto da Gesù, possiamo lasciarci suggerire un’immagine.

Quando mettiamo in tavola il pane, mettiamo la tovaglia.

Qual è la tovaglia adatta ad accogliere questo pane che è Gesù? La tovaglia sulla quale celebrare l’Eucaristia?

E’ la fraternità di coloro che celebrano l’Eucaristia.

Questa fraternità è già dono di Gesù, perché abbiamo bisogno di qualcuno più grande di noi che ci faccia sentire che siamo fratelli; ma poi è anche il sentimento che noi pure dobbiamo avere nel cuore per non tradire quel “per tutti” per cui si è dato Gesù.


Don Gabriele

Vicario Parrocchiale

 

 

 

 

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