DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO. 1ª DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE



Oggi celebriamo la Giornata Missionaria Mondiale, e nel Vangelo di oggi Gesù, ormai prossimo a ritornare al Padre, consegna alla Chiesa la missione di annunciare il Vangelo a tutti i popoli. Dal racconto del Vangelo e dalle parole di Gesù possiamo raccogliere alcune considerazioni. “Quando lo videro si prostrarono. Essi però dubitarono”: ci sembrano due atteggiamenti contraddittori, ma è perfino bello sentire che dubitarono: dice la grandezza e la fatica del credere e fa immaginare che quei discepoli non si sentivano padroni del Vangelo che dovevano annunciare. Sembra quasi che anche il credente, per comprendere meglio la grandezza della propria fede, abbia bisogno di confrontarsi con la fatica seria di chi non crede.

Comprensione della grandezza e della fatica della fede, e umiltà devono sempre animarci per essere veri annunciatori del Vangelo.

“A me è stato dato ogni potere dal Padre mio”: la Missione nasce nel cuore del Padre come desiderio che tutti gli uomini siano salvati.

È questa volontà del Padre che Gesù ha fatto propria e che ha rivelato a noi, perché al Padre abbiamo ad affidare la nostra vita affaticata e trovare in Lui salvezza e pace.

“Andate e fate discepoli tutti i popoli”: è l’universalità della religione cristiana, che non vuol dire l’orgoglio ma la consapevolezza della fortuna di essere cristiani e ci invita a camminare in mezzo a tutti gli uomini offrendo la verità della nostra fede.

“Battezzando e insegnando”: è vero che Dio vuole essere adorato in spirito e verità, però Gesù ci propone anche dei gesti per esprimere la nostra adesione a Dio, dei quali il primo è il Battesimo, e che comporta l’accettazione di vivere secondo i suoi insegnamenti.

E infine, dopo aver detto “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”, ecco la promessa che accompagna la Chiesa in questa sua missione: “Io sono con voi tutti i giorni”.

Con modi diversi a secondo della vita di ciascuno, ma tutti siamo chiamati ad essere missionari: infatti chi ha davvero incontrato Gesù e lo ha riconosciuto nella verità della sua persona e della sua parola, ha il desiderio di annunciarlo agli altri.

Davanti a questo compito, oggi ci sentiamo poveri di motivazioni, vergognosi, silenziosi: non si tratta di essere baldanzosi, come fossimo padroni della religione, ma umili per parte nostra, però sicuri riguardo a Gesù.

Potremmo partire da una domanda: “Se mi mancassi tu, Gesù, cosa mi mancherebbe, e come cambierebbe la mia vita?”.


Don Gabriel
e

Vicario Parrocchiale

 

 

 

 

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