PERLEDO – A dieci giorni dalla scomparsa di Alberto Ongania, cuoco 53enne, il fratello Renato avvia un’azione di protesta “in stile Pannella” perché ancora non ci sono i tabulati.
“La mattina di lunedì 21 novembre mi sono recato ai Carabinieri per denunciarmi. Ho rilasciato una dichiarazione spontanea in cui ho informato le autorità che nei giorni precedenti ho violato la Privacy di Alberto, nel suo interesse, nel tentativo di assistere le forze dell’ordine impegnate nelle ricerche, loro stesse hanno avuto accesso al computer di Alberto, alla sua corrispondenza e-mail e quant’altro nel tentativo di rintracciarlo. Non avrei, e forse non avremmo, potuto farlo in base alla legge? Ma cosa è giusto fare: cosa è più importante, tutelare la vita o tutelare la privacy? Lì per lì, nessuno ha avuto dubbi: tutelare la vita. Ha prevalso il buonsenso.
A distanza di 10 giorni dalla sua scomparsa, stante l’impossibilità di accedere ai tabulati telefonici perché non sono prefigurabili ipotesi di reato, ho fatto di più: ho tentato di avere da PosteMobile un rendiconto delle sue chiamate in uscita…
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