DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA TERZA DOMENICA DI QUARESIMA



Nel Vangelo di oggi tutto ha inizio dall’affermazione di Gesù “Se rimanete nella mia parola per proseguire proponendoci un cammino che conduce a una vera libertà: chi non la desidera o non la cerca? Questo Vangelo è una pagina di altissima tensione fra Gesù e quei giudei che pure avevano creduto in Lui come è detto all’inizio, ma che termina con il loro tentativo di lapidare Gesù.

Cosa c’era di assolutamente così importante e di diverso fra Gesù e quei giudei da giustificare la violenza e la drammaticità di questa discussione e l’accusa di Gesù a quei giudei di essere figli deL demonio? Il loro vanto di essere si discendenza carnale di Abramo ma di fermarsi orgogliosamente a questo e di non avere la fede di Abramo, che invece “esultò nella speranza di vere il mio giorno, li rende impenetrabili all’accoglienza di Gesù. Nella complessità di questa pagina può sfuggire come Gesù  afferma di essere il Figlio del Padre e che solo Lui può introdurci nella Casa del Padre.

Casa del Padre non è un luogo, né una realtà da rimandare dopo la morte, ma è già da ora quel vivere nella comunione con Dio che genera  in noi vera libertà, consolazione e forza nelle avversità e gioia.

La strada per accedervi la indica Gesù all’inizio: “Se rimanete nella mia parola” non solo ascoltarla, ma custodirla nel cuore come faceva Maria ricordando che Gesù stesso è la Parola che il Padre dice a noi uomini. “Sarete veramente miei discepoli” perché si cammina stando con Lui e seguendolo. “Conoscerete la verità” la verità più totale e definitiva di ogni altra che Dio c’è ed è Padre per noi e ci ama. “La verità vi farà liberi” la verità di sapersi realmente amati da questo Dio e che ci accompagna nei momenti belli e in quelli bui della nostra vita scioglie in noi ogni paura, quella nelle difficoltà più materiali o delle avversità più estreme o della schiavitù più intima che grava sulla coscienza perché possiamo ricevere da Lui una parola vera di perdono e di pace.

Gesù afferma: “Prima che Abramo fosse Io Sono” non è un affermazione di nascita cronologica come la intesero quei giudei, ma è l’affermazione definitiva che Gesù fa di se stesso come Figlio del Padre che esiste da sempre e che Lui solo per tutti gli uomini di ogni tempo può introdurci nella comunione con il Padre.

“Se rimanete nella mia parola” intraprendiamo anche noi questo cammino custodendo nel cuore una parola, un gesto di Gesù, comprendendo e accogliendo che è per me personalmente e per essere così introdotti a vivere quella comunione con Dio dove è vera libertà e gioia.

 

Don Gabriele
Vicario parrocchiale

 

 

 

 

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