BAROCCO SOAVE DAL TOCCO FEMMINILE: LA RASSEGNA ORGANISTICA RIEMPIE ANCHE CREMENO



Il fascino della musica barocca: credo che, per un appassionato, sia impossibile sfuggirgli. Un fascino sottile, sicuramente intenso. Un fascino che, spesso, sa di complessità, di temi lavorati ed elaborati, di voci e linee melodiche sovrapposte, anche in maniera ardita.

Una musica che, in alcuni, evoca però severità, forse anche rigidità. Affermazione sicuramente non vera, visto che i musicisti barocchi, spesso, amavano utilizzare la partitura come un canovaccio, su cui abbellire e fiorire.

Il Barocco è risuonato, in modo sicuramente luminoso, nella chiesa di Cremeno, il 25 luglio 2014. Ed è stato un barocco lieve, soave, leggero e scorrevole. Senza quegli orpelli di pesantezza che, in alcuni casi, si percepiscono nelle esecuzioni di queste composizioni. Qui protagonista è stata la musica che scorre veloce, lasciando belle sensazioni ed emozioni.

Un concerto, sicuramente, dal tocco femminile. Donna la direttrice, Daniela Garghentini, protagonista di diversi concerti, come soprano e come direttrice. La sua passione si percepisce nelle sue esecuzioni, sempre molto precise, come la musica, in particolare quella ascoltata, richiede. Una precisione che tocca ogni respiro musicale. Con un’insistenza ad eliminare la grevità che renderebbe questi brani statici, senza vita. La musica, sotto la direzione di Daniela, appare in tutta la sua limpidezza. Limpidezza di contrappunto, che permette di percepire il tessuto polifonico in tutta la sua pregnanza e complessità, e limpidezza nell’esecuzione, che non appare confusa, ma dove le voci si stagliano in maniera molto nitida.

La nota femminile si è trovata anche all’inizio del concerto, con il bellissimo “Dixit Dominus” di Isabella Leonarda, un brano dove, a momenti polifonici, si alternavano momenti più omofoni, quasi a modo di preghiere, di invocazioni, enfatizzando anche il valore spirituale del brano.

A momenti vocali si sono alternati anche momenti puramente strumentali. E’ stato il caso del Concerto in sol minore di Heinichen per flauto e oboe, dove è stato bello apprezzare il chiaro dialogo tra questi strumenti, e la bellissima “Siciliana” dalla sonata BWV 1031 per flauto e clavicembalo di Johann Sebastian Bach, un brano di grande impatto e suggestione.

Una caratteristica del gruppo è anche quella, dove possibile, di portare anche coristi senza studi particolari alle spalle ad eseguire brani solistici. E’ stato bello apprezzarli nel “Magnificat” di Vivaldi, che ha concluso il concerto. Le loro voci, molto naturali, erano perfette per l’esecuzione vivaldiana, che richiede voci leggere, appunto naturali, senza l’eccessiva timbratura delle voci liriche. 

Tra le voci invece di persone avvezze ad esecuzioni solistiche ho particolarmente apprezzato l’esecuzione di Ottavio Aondio nell’impegnativa aria dalla Cantata BWV 22 “Jesus nahm zu sich die Zwölfe” di Johann Sebastian Bach. 

In generale, l’impatto sonoro è apparso pieno e intenso, e come dicevo non pesante. Con voci sicuramente belle e ben amalgamate. In un amalgama che, cercando l’armonia, non appare però sacrificare la vocalità del singolo. E questo credo sia molto bello. La stessa sensazione di leggerezza e armonia è apparsa anche dalle parti strumentali.

Un concerto, sicuramente, all’insegna dei più bei colori musicali. Per concludere, posso dire che la Direttrice del Gruppo sente importante, per una buona esecuzione, anche l’affiatamento dei componenti del gruppo. E questa simpatia, conoscendoli, appare subito, e risulta nelle loro esecuzioni musicali.

Un augurio quindi a questo gruppo di far fede al loro nome, proponendo sempre esecuzioni che sappiano coniugare libertà e precisione, creatività ed aderenza a quanto l’autore si aspetterebbe di ascoltare. Credo che questo lo facciano sicuramente molto bene, e dalla serata è emerso, direi, in maniera evidente.

 

 

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