LECCO – Giovedì pomeriggio la terza udienza del processo per peculato che vede quali imputati il sindaco di Morterone Antonella Invernizzi, il segretario comunale Antonina Barone e il funzionario Fabio Acerboni. I fatti risalgono al 2013, quando la Invernizzi si era fatta rimborsare, con determina dirigenziale, le spese sostenute per colpa dei vandalismi subiti dalla sua Suzuki 4×4 nella settimana di ferragosto: in quell’occasione, all’auto furono tagliate tutte e quattro le gomme e gli stessi ignoti ne scalfirono pure la carrozzeria.

Quel rimborso pari a 800 euro (ovvero l’equivalente della franchigia) fu autorizzato a titolo risarcitorio con la determina che venne successivamente portata a conoscenza, per trasparenza, del consiglio comunale del piccolo paese. Ma poi un membro dell’opposizione presentò l’esposto che ha originato l’inchiesta e di conseguenza i rinvii a giudizio da parte del Gup Paolo Salvatore per peculato dei tre imputati di oggi: prima cittadina, segretario comunale (che si occupa anche di Ballabio) e funzionario.

Il collegio giudicante è presieduto da Enrico Manzi con a latere Maria Chiara Arrighi e Salvatore Catalano. La pubblica accusa è sostenuta dal sostituto procuratore Nicola Preteroti. Nella terza udienza sono stati ascoltati i testimoni: il vicesindaco di Morterone Ercole Michetti, un impiegato comunale, il carrozziere che all’epoca riparò la Suzuki Ignis della Invernizzi e un idraulico. Attraverso le loro dichiarazioni è stata ricostruita la vicenda, confermando che la sindaca in quel periodo era in servizio e che la sua auto era su luogo pubblico.

I difensori (Richard Martini per Antonella Invernizzi e Vito Zotti per Antonina Barone e Fabio Acerboni) hanno posto l’accento sui danni patiti dal primo cittadino proprio durante un’attività pubblica.

Prossima udienza il 16 marzo del 2017.

 

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