AMENITÀ DALLA VALSASSINA E DINTORNI/22 ESTERNAZIONI NOTTURNE DI CICERUACCHIO



C’è il famosissimo progetto-sogno di funivia dal lago alla Muggiasca (con tutto un ragionamento sul quale i nostri lettori architetti avranno qualcosa da eccepire…) e c’è l’assessore preoccupato per il riscaldamento dei nostri pargoli a scuola. E infine – di grande attualità – c’è pure la critica allo "sputtanamento" con un’analisi che porta a dire come ormai l’età media delle sciure impegnate nella maldicenza popolare si stia pericolosamente abbassando… Insomma, gli argomenti non mancano per una puntata "cospicua" del quindicinale di Ciceruacchio.
Bambini via dal computer, che qua si va giù pesanti…

* Il “sogno” della funivia che arriva alla frazione di Camaggiore, ha un nuovo affiliato.
Giuliano AgostiniAl borgomastro di Vendrogno, Pietro Andrea Acerboni, fa da sponda l’architetto Giuliano Agostini, anche lui di Vendrogno, che dichiara: “sognare le infrastrutture non è uno sfizio ma un dovere per un Sindaco”.
Diffido fortemente di un qualsivoglia architetto, inteso professionalmente come tale, che si impegna in politica sognando di realizzare delle infrastrutture nel paese che ha governato o intenderà governare.
Sognare è giusto e legittimo ma, mi chiedo, dove potrà andare a parare questo desiderata?  A qualche variante di PGT, che sottrae altre aree agricole al territorio e aggiunge altro cemento? Gli esempi in valle si sprecano grazie anche, per l’appunto, ai  sogni degli architetti che sono scesi o saliti in politica, con la scusa di essere neutralmente solo dei tecnici.
Che nel nostro territorio si debba migliorare le infrastrutture esistenti è senz’altro un dovere, ma il vero problema è di stabilire le oggettive priorità, suffragate da un altro oggettivo parametro: costi/benefici per la collettività.
E dato che si tratta di denaro pubblico che viene investito, penso piuttosto alla problematica strada della val Varrone che scende a Dervio e che riguarda la vita quotidiana di parecchie centinaia di valligiani.
Lo stesso vale per il prolungamento della tangenziale da Introbio a Primaluna che risolverebbe l’annoso problema del traffico pesante da e per l’area industriale.
Non, invece, l’interesse di quattro gatti, come nel caso della funivia, il cui sogno può essere coronato dagli stessi quattro gatti mettendo mano al loro portafoglio, senza ricorrere a pantalone che ne ha piene le balle di pagare le fregole di alcuni amministratori.  
Il borgomastro Acerboni ha preannunciato che, a elezioni concluse, ritornerà su questo argomento. Attendiamo che ci spieghi se ha fatto un calcolo costi/benefici dell’opera e, in particolare, se e come intende apportare delle variazioni al PGT a seguito della realizzazione della funivia. 

* L’impareggiabile Stefano Simonetti, assessore leghista (ancora per poco) ai Lavori Pubblici della provincia, ha colpito ancora.
Questa volta se l’è presa col governo che non caccia 2 milioni di euro per riscaldare le scuole, non per questo inverno ma per il prossimo.
Questa lacrimata, calata ad hoc in campagna elettorale, ha il solo scopo di allarmare l’opinione pubblica sull’eventualità, inesistente, che gli alunni possano stare al freddo nel futuro anno scolastico.  
Il nostro ciurla nel manico perchè sa benissimo che tra breve governerà un commissario che traghetterà  tutto l’ambaradan verso una nuova provincia, che comprenderà anche altri capoluoghi.
Sarà dunque il commissario a rinnovare anche il contratto con la ditta che fornirà il combustibile alle scuole.
La cosa che Simonetti (e non solo lui) non digerisce è che la Padania venga ridisegnata amministrativamente con l’abrogazione di tanti piccoli centri di potere, forieri di clientele e di prebende, come ampiamente accertato dalle cronache giudiziarie.

* Non c’è da stupirsi se in Valsassina è diffusa l’abitudine di spettegolare su tutto e su tutti.
La lettera inviata a VN da Margno (tanto per cambiare) è la conferma di questo vezzo tipicamente italico, che raggiunge il suo apice nelle province padane e coinvolge soprattutto il gentil sesso.
Da tempi remoti questo costume di vita veniva praticato da attempate signore che, non avendo altro da fare, se ne stavano occultate dietro le tendine di casa per osservare, con  patologica curiosità, cosa avveniva nella piazza o nella via sottostante.
La notte era il periodo migliore per godersi l’ennesima deambulazione furtiva dell’amante che lasciava l’alcova dove aveva consumato il peccato di lussuria.
Senza scomodare Boccaccio, l’adulterio era (ed è tuttora) al vertice della catena dei sollazzi più in voga, quindi non c’è da meravigliarsi se questo era (ed è) l’argomento più gettonato, con i relativi contorni.
Del tipo: osservare scrupolosamente, e in mala fede, a chi assomiglia un bambino perchè, come è noto, è certa solo la maternità.  
Nel recente passato era proverbiale, tra sacro e profano, il comportamento di anziane paolotte che durante il rosario, tra un mistero e l’altro, si dilettavano in più o meno coloriti spettegolezzi. Chissà, poi, se lo riferivano al confessore.
Il pubblico lavatoio era anch’esso un luogo prediletto dove, senza freni inibitori, le casalinghe sparlavano sugli accadimenti di tizia o di caio.
I tempi sono però cambiati come pure la tipologia delle signore spettegolanti, sempre meno in età avanzata, più verso i trenta-cinquant’anni.
Non c’e bar in valle, in particolare dopo pranzo o intorno all’ora del thè, dove lo sputtanamento, a volte non veritiero, è la pratica usuale per seminare zizzania.
In ogni caso, questo dimostra che la gente tarda a capire che ciascuno ha diritto ad una vita privata, quindi deve imparare, una buona volta, a farsi i cavolacci suoi.
Anche perchè, chi solitamente sparla, non è esente da scheletri nell’armadio.      

 

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AMENITÀ DALLA VALSASSINA E DINTORNI<br>ESTERNAZIONI NOTTURNE DI CICERUACCHIOAngelo Brunetti detto Ciceruacchio (Roma, settembre 1800 – Porto Tolle, 10 agosto 1849) fu un oste e un patriota italiano, che combatté per la seconda Repubblica romana, alla cui caduta fuggì con Giuseppe Garibaldi per raggiungere Venezia. Il soprannome ciceruacchio, datogli da bambino, è la corruzione dell’originale romanesco ciruacchiotto (grassottello).

[da Wikipedia.it]

 

 

    

 

 

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