IL SECONDO DOCUMENTO DEI SINDACI SULLE CENTRALI IDROELETTRICHE



VERSIONE DEFINITIVA DEL 21.FEBBRAIO 2014

I SINDACI DEI COMUNI MONTANI DELLA PROVINCIA DI LECCO, RIUNITI IN ASSEMBLEA IL 21 FEBBRAIO 2014 IN BARZIO, PRESSO LA SEDE DELLA COMUNITÀ MONTANA VALSASSINA, VALVARRONE, VAL D’ESINO E RIVIERA

visto

l’abnorme numero di centrali idroelettriche di piccole dimensioni costruite, in via di costruzione o richieste sui fiumi e torrenti alpini ed in particolare sui territori di vari comuni della Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera dove nel futuro si avranno decine di km di torrente praticamente in secca con l’acqua che scorrerà all’interno di un tubo, provocando alterazioni importanti nella vita del corso d’acqua e del suo bacino nei vari aspetti naturalistici , idrogeologici ,antropici e faunistici, paesaggistici, climatici, produttivi legati all’attività agro-silvo-pastorale e turistici ;

che i lavori di captazione delle acque, la loro canalizzazione in condotte forzate, la costruzioni delle centrali  insistono su territori alpini di grande naturalità e di fragilità idrogeologica;

riscontrato

 che le opere per la realizzazione di centraline interessano località montane le quali si vedono private di una delle principali risorse – la presenza delle acque dei torrenti – importante per il loro sviluppo economico nel settore del turismo naturalistico collegato all’attività agro-silvo-pastorale;

che alle comunità locali restano i danni ambientali, il depauperamento del paesaggio, gli impianti dismessi una volta conclusa la produzione redditizia, a fronte di compensazioni, peraltro non sempre ottenute dalle amministrazioni, di entità di gran lunga inferiori ai danni provocati;

che in questa più ampia prospettiva l’accanirsi sui piccoli torrenti per sottrarre il tanto che c’è in termini di ambiente naturale e biodiversità, oggi e in futuro sempre più preziosi, rivela tutta la sua pochezza rispetto al fabbisogno collettivo, mentre evidenzia lo scopo speculativo di corto respiro da parte di alcune imprese e società che sfruttano gli incentivi governativi superiori del 40% rispetto a quelli della media europea;

che la popolazione è esasperata, palesando malumori e lasciando presagire tensioni sociali per il futuro;

preso atto

che nel Documento della Regione Lombardia depositato per la Vas del sistema energetico ambientale si evidenzia che:

«Senza una corretta politica di regolamentazione delle portate d’acqua alcuni tratti dei fiumi potrebbero essere interessati da impatti sulle specie dell’ittiofauna, con il deterioramento degli habitat e la perdita di specie di fauna e flora tipiche degli ambienti ripariali. Un altro aspetto riguarda le opere di sbarramento, le quali possono rendere molto difficoltosa o addirittura impedire la risalita di alcuni pesci nelle fasi migratorie verso i punti di riproduzione.

Le opere idrauliche per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica possono determinare un peggioramento della qualità paesaggistica degli ambienti fluviali e naturali in cui vengono inserite e, in particolare, produrre variazioni della morfologia fluviale e perifluviale dovuta alle opere in alveo e spondali. L’edificazione di strutture a servizio dell’impianto nel caso di nuove realizzazioni e l’infrastrutturazione per l’accesso ai punti di presa e opere accessorie (vasche di carico, vasche di decantazione, canali di adduzione, ecc.) produrranno consumo e impermeabilizzazione del suolo, in particolare per la realizzazione di grossi impianti. Inoltre gli impianti idroelettrici possono costituire una fonte di inquinamento acustico e luminoso, se non correttamente progettati.»

 

 

appurato

che il previsto rilascio del solo deflusso minimo vitale (DMV) non è sufficiente in quanto, come sottolinea il Direttore Regionale  della Sovrintendenza dei Beni Ambientali e Paesaggistici dr.Caterina Bon Valsassina nella lettera del 22/11/2013 alla Provincia di Lecco, si avrebbe una compromissione delle connotazioni proprie dei luoghi e dei valori simbolici e percettivi nel venir meno della abituale presenza dell’acqua, poiché “rapporto fra derivazioni idroelettriche e salvaguardia e valorizzazione del paesaggio non può essere risolto esclusivamente garantendo il solo rispetto del minimo DMV”.

 

CHIEDONO

Considerato che gli impianti mini e micro idroelettrici non hanno alcuna reale pubblica utilità, essendo impianti con produzioni d’energia estremamente modeste e la cui convenienza economica, nella realizzazione, è appannaggio delle sole ditte private che sfruttano gli incentivi statali, senza i quali tali impianti non avrebbero alcun senso nè dal punto di vista tecnico nè da quello economico;

che gli impianti mini e micro idroelettrici non rappresentano una soluzione al problema energetico nazionale dal momento che,  come ampiamente documentato dai rapporti  tecnico-statistici, la potenza complessiva generata dalle mini e micro derivazioni attualmente in essere, è inferiore al 2% della produzione energetica nazionale;

che il fabbisogno di energia è in diminuzione e quel che serve è semmai che il sistema elettrico si regoli sulla gestione della domanda, riducendo la potenza massima  e ottimizzando la rete elettrica nazionale anche in base al dinamismo delle fonti rinnovabili;

 

 

Che il Parlamento intervenga:

 

  • sul piano economico-finanziario: azzerando gli incentivi previsti per la costruzione e la gestione di micro e mini-impianti di produzione idroelettrica.

 

  • sul piano normativo: modificando le norme che riguardano la costruzione di micro e mini centrali idroelettriche privilegiando gli aspetti di tutela paesaggistico ed ambientale.

 

Che Regione Lombardia intervenga:

 

  • per adeguare gli indirizzi contenuti nel PER (piano energetico regionale), azzonando, all’interno dello stesso PER in fase di approvazione come “non idonee”, le aree fragili della provincia di Lecco  e che disponga legislativamente, nelle more di detta approvazione, il fermo delle istruttorie e procedure di autorizzazione di nuovi impianti di micro e mini centrali idroelettriche per evitare una corsa diretta all’accaparramento della risorsa prima dell’intervento dei nuovi divieti del PER.

 

Che Provincia di Lecco intervenga:

 

  • per elaborare ed adottare, all’interno del vigente PTCP, un piano di bilancio idrico provinciale (PBI);

 

 

Nella fasi di estensione dei suddetti documenti pianificatori Regione Lombardia e Provincia dovranno tenere conto, ciascuno per quanto di loro competenza delle indicazioni e delle richieste emerse dai confronti tra i Sindaci, cittadini e soggetti  portatori di interessi e che possono essere così riassunte e sintetizzate:

 

·        nessun fiume o torrente può essere canalizzato per l’intero percorso, neanche in forma di numerosi spezzoni che si susseguono, quand’anche vi fosse restituzione dell’acqua in alveo per un breve tratto;

·        sono da escludere dal rilascio di autorizzazioni alla captazione delle acque, quei progetti dove sono previsti lavori connessi alla costruzione di opere in territori classificati, nei piani comunali, come esposti a forte  rischio idrogeologico ed a alta propensione di frane e valanghe;

·        sono da escludere, altresì, dal rilascio di autorizzazioni alla captazione delle acque, quei progetti dove sono previsti lavori connessi alla costruzione di opere in territori caratterizzati da elevata naturalità con  peculiari qualità paesaggistiche e faunistiche ed in contesti ambientali considerati dal Piano Ittico Provinciale  “Acque di pregio ittico”. non è consentito captare le acque dei torrenti all’origine;

·        metodologicamente è necessario valutare, SEMPRE, l’impatto ambientale di ciascun progetto SIA singolarmente CHE complessivamente rispetto agli effetti sul bacino idrografico di appartenenza ;

·        che venga aumentata, per le nuove richieste, la percentuale del DMV portandola dall’attuale 10% ad almeno il 25%  sviluppando e implementando, contestualmente, modalità e tecnologie per dare certezza ed efficacia ai controlli per il rilascio del DMV tutto questo a partire dalle centrali già esistenti;

·        Qualora le strutture di captazione e di produzione dovessero essere realizzate su aree di proprietà pubblica agli enti proprietari è vietata la cessione delle aree al soggetto richiedente. In questi casi  si procederà, all’affidamento delle aree secondo altre forme e modalità giuridiche (es. contratto di comodato oneroso, affitto, ecc)

·        Le convenzioni tra Comuni e soggetti richiedenti  dovranno sempre prevedere una clausola che, al termine del ciclo produttivo,  obbliga i proprietari delle opere, al ripristino ambientale. La norma deve essere garantita mediante apposita fidejussione a favore del Comune al quale compete il rilascio dei permessi di costruzione.

CHIEDONO INOLTRE

·        che, relativamente alle richieste di nuove concessioni (protocollate successivamente alla presentazione della presente proposta di moratoria), i Soggetti competenti al rilascio, in attesa dell’esame di richiesta di moratoria da parte di Regione Lombardia, siano autorizzati, dalla stessa Regione, a non accogliere ed istruire ulteriori pratiche, anche mediante espressa previsione legislativa, destinata ad accompagnare l’iter del PER già in corso,

 

 

·        che, relativamente alle pratiche già in corso di valutazione al momento della presentazione della presente mozione, i Soggetti competenti al rilascio delle concessioni di derivazione idroelettrica, procedano ad un riesame delle stesse, adottando, a maggior tutela dell’ambiente e  nel rispetto della vigente normativa, criteri, parametri e vincoli di assegnazione o di diniego dell’assegnazione maggiormente restrittivi possibili.

 

 

PROPONGONO

  • che la Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e riviera e la Provincia di Lecco, si facciano promotori, nei confronti di Parlamento e Regione Lombardia, di una richiesta di moratoria rispetto al rilascio di nuove concessioni di derivazione idroelettriche per la costruzioni di micro e mini-centrali idroelettriche per consentire, ai competenti soggetti territoriali, le opportune valutazioni, verifiche ed approfondimenti ambientali ed economici.

 

 

 

BARZIO : 21 Febbraio 2014

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