Villa De Vecchi 1: la storia



Nella storia del Risorgimento spicca più volte il nome di Felice De Vecchi patriota milanese che si fregiò del vanto di essere nominato Capo della Guardia Nazionale – titolo che fece crescere in lui l’amore per la sua nazione, per il suo territorio e per le bellezze naturali tanto che dopo parecchio viaggiare decise di fermarsi a Bindo in località Campiano e, con la collaborazione dell’architetto Alessandro Sidoli, disegnò quella che poi sarebbe diventata la Villa de Vecchi, un capolavoro sotto tutti gli aspetti.

I lavori di costruzione iniziarono indicativamente nell’anno 1854, parte della villa fu costruita in arenaria rossa reperibile sul luogo, pietra che ha dato il nome al vicino torrente “Rossiga”: affreschi, pavimenti alla veneziana anch’essi in pietra rossa, inferriate, balaustre e tutto ciò che rifiniva la splendida villa venne posato nell’estate del 1856, anno in cui sono terminati i lavori di costruzione primari. Le opere di rifinitura si conclusero nella primavera del 1857 ma il proprietario si trasferì nella villa già nell’estate prima infatti, in uno dei tondi sopra le porte d’entrata si legge come anno di costruzione 1856; negli anni successivi venne realizzato attorno alla villa un bellissimo parco con essenze provenienti da varie parti del mondo ma anche noccioli selvatici , castagni, gelsi e piante locali tutte posizionate con molta cura tentando di riprodurre il più possibile la natura. Nel parco sono presenti anche vari esemplari di Abete Rosso alcuni inclusi oggi nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia (il più grande ha una circonferenza al tronco di oltre tre metri ed un’altezza di ben 50 metri).

La villa conobbe il massimo del suo splendore nei primi anni dopo la sua costruzione; nel settembre del 1860 dopo la battaglia di Magenta che sancì la definitiva sconfitta degli Austriaci, per festeggiare la vittoria venne organizzata nel parco d’ingresso una cerimonia particolare. Si trattava del dono da parte di De Vecchi, come raccontano le cronache del tempo, di “una ricca bandiera nazionale di seta, ornata di due fasce trapunte d’oro e di quattro nappe filettate pure in oro”. Questa bandiera venne benedetta solennemente il 23 settembre al cospetto delle Guardie Nazionali e di moltissima gente giunta nello spazio antistante al parco; grande sfarzo, lusso e patriottismo giravano intorno alla fantastica villa.
L’architetto Sidoli morì prima di veder completato il suo capolavoro e anche Felice De Vecchi morì pochi anni dopo, esattamente nel 1862 ad appena 46 anni, potendosi così godere davvero poco la sua nuova dimora in Campiano. Tra i primi eredi appare il nome del fratello Biagio che dimorò per pochi anni nella villa di Felice, poi negli annali appare il nome di Giuseppe De Vecchi. Per dare un’idea del valore della villa e di tutto ciò che la circondava secondo una stima fatta a fini fiscali nel 1865 la sua valutazione era di 44.063 lire.

Gli eredi De Vecchi trascorsero le estati nella villa fino agli inizi degli anni ’40 del novecento per poi lasciarla all’abbandono per quasi vent’anni quando fu venduta alla famiglia Medici di Marignano. Nel frattempo il parco e la villa entrarono a far parte di una legge del 29 giugno 1949 che tutela le bellezze artistiche italiane, vincolo che protegge sicuramente l’integrità di alcune opere architettoniche ma che, rendendo difficilissimo e burocraticamente quasi impossibile il restauro, ne determina la fine e scoraggia qualsiasi tentativo di recupero. La villa negli anni passò più volte di mano fino ad essere venduta a metà degli anni ottanta a tre famiglie di Cortenova.
Purtroppo il tempo, le condizioni atmosferiche e, ancor peggio, i vandali hanno rovinato per sempre il capolavoro dell’architetto Sidoli; dalla fine degli anni ottanta a oggi le condizioni della Villa peggiorano giorno dopo giorno, parti del tetto sono crollate così come alcune ringhiere interne, tutti i dipinti sono scomparsi, e alcuni notevoli cedimenti strutturali non lasciano ben sperare sul futuro della De Vecchi.

Alcune informazioni tratte del libro "Villa De Vecchi, la riscoperta di un capolavoro"

 

 

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