IL CASO/IMMUNODEFICIENZA FELINA: MALATTIA CHE SI PUÒ PREVENIRE?



Negli ultimi anni ho potuto riscontrare sul territorio valsassinese un esponenziale aumento di alcune malattie infettive che colpiscono i gatti, malattie che in passato erano presenti solo sporadicamente. Per questo motivo mi sembra opportuno fornire alcune informazioni utili alla conoscenza e prevenzione di queste patologie. Oggi, in particolare, desidero parlare della più diffusa tra esse: l’immunodeficienza infettiva felina, normalmente abbreviata con il termine FIV.

Questa patologia – chiamata anche AIDS  felino, per la somiglianza genetica con la famosissima patologia umana – può colpire gatti di tutte le età, anche se è molto diffusa nei maschi giovani (2-5 anni ). Questi sono particolarmente esposti perché il il virus della FIV si trasmette soprattutto tramite morsi e graffi da un soggetto infetto a uno sano. Durante la stagione degli accoppiamenti, infatti, i gatti maschi non sterilizzati sono soliti intraprendere lotte anche molto violente per la conquista del territorio e delle femmine. Questo comportamento li espone al rischio di essere contagiati dalla FIV, nel caso di uno scontro con un gatto infetto. Tuttavia, in misura minore, la trasmissione può avvenire anche attraverso accoppiamenti, scambi di lettiere e ciotole infette o tramite il latte materno da mamma gatta a gattino.

È fondamentale sottolineare che la FIV non può, in alcun modo, essere trasmessa all’uomo.

Una volta che il gatto viene contagiato dal virus la malattia si articola i tre fasi
1) Fase acuta: spesso priva di sintomi, può a volte manifestarsi con febbre, inappetenza o lieve diarrea.
2) Fase di latenza: è la fase in cui il sistema immunitario inizia a degenerare, perché le cellule immunitarie diminuiscono; questa fase potrebbe non avere sintomi e può durare da un periodo di pochi mesi fino ad alcuni anni.
3) Fase conclamata o terminale: è lo stadio in cui i sintomi compaiono; in genere, questi sono determinati dal fatto che l’organismo, non più in grado di difendersi, viene esposto alle più diverse patologie che a un gatto normale causerebbero solo lievi disturbi transitori. I sintomi più comuni sono perdita di peso, anoressia, disturbi respiratori, oculari, neurologici, ascessi cutanei, febbre, stomatiti e neoplasie.

In  sintesi, questo virus fa sì che il gatto si ammali più di frequente, in modo più grave del solito, e nel caso riesca a guarire lo faccia in un tempo molto più lungo.

Come si diagnostica la FIV?

Questa patologia può essere scoperta in un gatto e diagnosticata grazie a un esame del sangue specifico, effettuato dal medico veterinario, in genere a distanza di qualche mese dalla possibile esposizione.
Purtroppo non esiste ancora una cura né un vaccino per la FIV, l’unica terapia rimane quella sintomatica, che mira cioè a tenere sotto controllo le infezioni opportunistiche e i sintomi. Verranno quindi prescritti farmaci utili a stimolare il sistema immunitario.

Si può facilmente compredere come, per l’eradicazione della FIV, la prevenzione e in particolare  la sterilizzazione precoce dei gatti, siano assolutamente fondamentali.
È molto importante sottolineare che non sono tanto i gatti randagi (di colonia) i responsabili della diffusione di questa malattia, come spesso si è portati a credere, ma i gatti di proprietà non sterilizzati. Troppo spesso, ancora, si pensa che questo intervento sia necessario solo per evitare gravidanze indesiderate nelle gatte femmine: nelle colonie feline (quelle gestite nel modo corretto, almeno), sia i gatti maschi che le femmine vengono sterilizzati, riducendo notevolmente l’incidenza di questa malattia.

L’invito per chi ha un gatto domestico non sterilizzato, è quindi quello di parlare con il proprio veterinario, chiedere ulteriori informazioni su questa malattia e delucidazioni sulla sterilizzazione e sui comportamenti da tenere.

Dott.ssa Maria Cristina Soggetti

 

 

 

 

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