LA LECTIO DI DON GRAZIANO/SECONDA DOMENICA DI AVVENTO: NUOVI CIELI E TERRA NUOVA



Marco è l’unico dei quattro evangelisti ad aprire il suo racconto con la predicazione del Battista nel deserto. La sua presentazione del profeta è breve e funzionale, al servizio dell’obiettivo più importante. Marco sembra aver fretta di arrivare al protagonista del suo Vangelo, Gesù Cristo, sulla cui infanzia sorvola, a differenza di Matteo e Luca. Il nuovo che viene annunciato oggi è la presenza del Messia Gesù e del Regno di Dio inaugurato nella sua persona; novità gloriosa è anche il battesimo nello Spirito e la creazione dell’uomo nuovo.

In altre parole, si proclama il cambiamento e la rivoluzione totale; perché Cristo è la novità radicale, l’uomo nuovo che ci trasforma, a sua immagine, in figli di Dio e fratelli degli altri con i battesimo dello Spirito e la nuova alleanza nel suo sangue.

Certamente attorno a noi ci sono molti difetti, alcuni dei quali enormi; ma la speranza della fede cristiana non è alienante. Dio è presente tra noi e cammina al nostro fianco nel deserto della terra umana.

Il risveglio di un uomo nuovo e di un mondo nuovo!

Questo è il messaggio biblico-liturgico dell’Avvento!

Anche i profeti degli umanesimi che prescindono da Dio e si collocano ai margini dei valori religiosi commercializzano e vendono alla perfezione la speranza e la possibilità di una trasformazione sociale. Tuttavia, niente di veramente umano e durevole si può costruire negando il riferimento a Dio, salvatore dell’uomo, e a Cristo, modello dell’uomo nuovo.

La difficile nascita di una umanità nuova e di un mondo nuovo non è nenche frutto automatico di rivoluzioni strutturali, ma della conversione delle persone. Questo è il primo presupposto per il cambiamento sociale. Se non viene prima la conversione personale e aperta alla trascendenza, seppure implicitamente , non ci sarà vera efficacia nel cambiamento delle strutture sociali; perché, fatta la legge nuova, farà capolino la trappola vecchia.

Così l’innovazione sarà nascostamente minata dal vecchio egoismo, esperto camaleonte che si adatta con mimetismo perfetto alla nuova situazione. In questo modo si perpetua l’ingiustizia e l’oppressione del più debole.

Fa o Signore che il lievito del tuo Regno ci converta in in uomini e donne nuovi a misura di Gesù Cristo, perché siamo fermento capace di trasformare dal di dentro le strutture famigliari, politiche ed economiche, rendendo possibile la anscita dell’uomo nuovo e del mondo nuovo! Amen.

Don Graziano vicario parrocchiale
Domenica 22 Novembre 2015
2a domenica di Avvento – Ciclo “C”
Mc 1, 1 – 8

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