CAROVANA DELLE ALPI: LEGAMBIENTE RIPORTA L’ATTENZIONE SUL “MASSACRO” DELLA VAL FRAINA



PREMANA – Domenica la Carovana delle Alpi ha fatto tappa a Premana. Come ogni anno, la campagna nazionale di Legambiente porta le persone a conoscere i luoghi di pregio delle Alpi minacciati da criticità ambientali che è opportuno mettere in evidenza. Quest’anno ha scelto di intervenire proprio su uno dei territori più delicati della zona, ovvero la Val Fraina, dove la captazione idrica del torrente affluente del Varrone comprometterebbe in maniera decisiva l’ecosistema e il paesaggio. Quasi 3 km del corso d’acqua verrebbero intubati lasciandolo praticamente a secco anche vicino all’Alpe Rasga dove bambini e giovani domenica si bagnavano nelle limpide pozze.

Decine sono stati i partecipanti attivisti, componenti sia del Coordinamento Provinciale di Legambiente sia del Comitato “Difendiamo i nostri torrenti e del Comitato per la difesa del Varroncello che si sono costituiti proprio per preservare queste valli da nuove captazioni idriche. La giornata si è svolta ripercorrendo le zone dove sono previsti gli interventi, risalendo quasi fino alla sorgente e concludendosi all’Alpe Fraina.

VAL FRAINA LEGAMBIENTE PONTE

“Sappiamo che l’assalto ai torrenti delle valli alpine per miniderivazioni a cascata sollecita l’interesse di poche ditte private per gli incentivi statali che paghiamo in bolletta – dichiara Legambiente –  e incide per una quota irrisoria sulla produzione energetica nazionale mentre impoverisce pesantemente l’ambiente e il paesaggio delle valli. Questo ci colpisce in particolare nella Valvarrone dove gli alpeggi sono presidiati da una comunità attiva e solidale che ha riparato le baite in modo sobrio, ha costruito l’acquedotto, ha installato i pannelli per l’energia elettrica e provvede alla manutenzione delle strade”.

Le conclusioni del Piano di Bilancio Idrico, completato dalla Provincia di Lecco nel maggio scorso, escludono la possibilità di nuove derivazioni per i bacini del Pioverna e del Varrone. “Chiediamo che la Regione sia sollecita nel recepire il Piano provinciale – conclude Legambiente – rendendolo esecutivo e che gli uffici provinciali competenti nel rilascio delle autorizzazioni si adeguino da subito alle normative esposte nel Piano”.

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