BARZIO – Certo che la storica Fornace Merlo, di proprietà della Comunità Montana e da tempo immemore oggetto di lavori e progetti mai compiutamente realizzati, non vive esattamente sotto una buona stella.
Come noto, la sede museale non è gestita da nessuno e manca un modello economico preciso e sostenibile, il restauro non è stato concluso ma ha avuto una surreale “inaugurazione” in occasione delle ultime Zootecniche.
A questo, ora si aggiunge il crac dell’impresa che ne stava curando la ristrutturazione – la Società Cooperativa “San Michele” di Verona, per la quale è stato sancito il fallimento il 7 dicembre del 2017.
Che problemi ne derivano? “Paradossalmente – commenta il vicepresidente della CM Guido Agostoni – potrebbero esservi dei benefici, visto che anziché con una ditta nel pienod ella sua attività ci troviamo a gestire una serie di partite con il curatore fallimentare di questa, interessato probabilmente a chiudere al più presto le eventuali controversie; così ci ha fatto capire il Segretario della Comunità”.
Va specificato infatti che tra l’ente pubblico di Pratobuscante e l’impresa veronese recentemente fallita esiste una serie di questioni aperte, “non esattamente un contenzioso, ma quasi”, per cui malgrado i lavori siano teoricamente conclusi, con visita di collaudo il 24 febbraio dello scorso anno, la sede museale non può essere aperta sul serio.
Al di là della mancanza di chi la possa e voglia gestire.
E dire che questa cattedrale nella piana tra Barzio e Pasturo è già costata un botto di soldi, oltre il milione e centomila euro e passa previsti dopo che la ditta veneta aveva vinto l’appalto con un ribasso del 13,11%.
Ma quella quota di “sfiga” di cui si ipotizza l’esistenza sembra caratterizzare davvero il progetto – mai finito e tutt’altro che vicino ad essere realizzato.
VN
> DELIBERA/I PROVVEDIMENTI DELLA C.M. SULLA FORNACE (09/04/2018)