PARCO DELLA GRIGNA SETTENTRIONALE, LA GRANDE BIODIVERSITÀ DEI COLEOTTERI: 509 LE SPECIE CENSITE, CINQUE SONO ENDEMICHE



GRIGNA SETTENTRIONALE – Nella precedente pubblicazione del 2007, l’entomologo Gianpietro Goggi ha svolto una ricerca sui coleotteri presenti nel Parco della Grigna Settentrionale, col risultato di censire ben 349 specie. Per quanto questo dato sia già significativo, lo studioso ha proseguito le sue ricerche (> qui il testo integrale) convinto che molte altre entità potevano essere scoperte, confortato al tempo stesso dai lavori faunistici pubblicati successivamente e dalle segnalazioni di altri autori. Il quadro che è scaturito è che le specie censite sono salite a 509, un risultato notevole soprattutto se si tiene conto che la superficie del Parco è di 55 Km², in un ambiente prevalentemente montano. Il patrimonio naturalistico di questo ambiente protetto è ritenuto molto importante per la sua grande biodiversità, ma va però evidenziato che le uniche specie endemiche riconosciute riguardano solo il settore dei coleotteri.

Purtroppo, da sempre, questi piccoli insetti sono assai snobbati dalla cultura dominante perchè non dotati dello stesso fascino mediatico dei fiori, degli uccelli, dei roditori e dei mammiferi, molto più popolari nell’opinione pubblica.

Al momento, le specie che risultano endemiche sono cinque e misurano da 2,0 a 5,2 mm..

Trechus pygmaeus

La località conosciuta è il Bacino di Moncodeno, tra 1.900 e 2.200 m. È presente, con rare popolazioni, anche sulla Grigna Meridionale. Per questa ragione è una specie endemica di ambedue le Grigne.

Dichotrachelus grignensis

Strettamente legato ad un fiore, la Saxifraga caesia , vive nella prateria alpina sotto sassi e in ambiente secco; la sola località conosciuta è il Bacino di Moncodeno ad una quota compresa tra 1.900 e 2.000 m.

Dichotrachelus pygmaeus

Specie assai rara, vive sotto i sassi nello stesso areale del grignensis. Questa specie è oggetto di studio.

Otiorhynchus articulatus

Il suo habitat è identico alle specie precedenti (anche a quota più bassa) come pure la località conosciuta. Essendo presente anche sulle pendici del Pizzo dei Tre Signori, assume lo status di specie endemica della Valsassina.

Leptusa montisgrignae

L’unico esemplare conosciuto è depositato presso il Museo di Vienna. Dalla bibliografia non risultano note sia la località di ritrovamento (genericamente “Montecodeno”) che la sua ecologia. E’ una specie sicuramente discutibile. Al pari della Leptusa grignensis (non endemica), si presume che viva sotto sassi, nella prateria alpina, ad una quota compresa tra 1.350 e 1.600 m.

In definitiva queste sono le uniche eccellenze scientifiche del Parco.

Sulla base di queste ricerche Goggi è certo che se l’ampiezza del Parco fosse estesa anche alla Grigna Meridionale, il quadro complessivo si arricchirebbe non solo di altri endemismi ma anche di molte specie affatto presenti sulla Grigna Settentrionale. Difformità faunistica legata anche alla diversa orogenesi temporale delle due montagne.

La documentazione fotografica è stata realizzata da Michele Zilioli del Museo di Storia Naturale di Milano e da Gerry Calvanese di Introbio.

RedSci

 

 

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