STORIE DELLA VALSASSINA. UN PIEDE, DUE MANI E TRE SIGNORI: I NOSTRI MONTI RITRATTI DA LEONARDO DA VINCI



Ricorrono in questi giorni, precisamente il 2 maggio, i cinque secoli dalla morte di Leonardo da Vinci, ed è cosa nota che il genio toscano, lavorando al servizio degli Sforza signori di Milano, abbia avuto modo di descrivere la geografia del nostro territorio.

In particolare, nella collezione della famiglia reale britannica, custodita nel castello di Windsor, vi sono tre disegni di Leonardo che con certezza ritraggono le Prealpi lecchesi. In uno di questi fogli il profilo delle vette è tratteggiato osservandolo dal centro di Milano, in altri due fogli il punto d’osservazione è nelle vicinanze della sponda lombarda dell’Adda.

Ma ciò che è meno noto è invece un documento custodito nelle raccolte della Biblioteca Ambrosiana di Milano dove un piede nasconde sullo sfondo il ritratto dei monti della Valsassina e della Val Varrone, dal Due Mani al Pizzo dei Tre Signori.

Ne scrisse qualche anno fa con dovizie di particolari Angelo Recalcati per Vertice, l’annuario del Cai di Valmadrera, materiale poi riproposto dal portale GognaBlog.

Assai meno conosciuto – spiega appunto il Realcati – è invece un piccolo disegno di paesaggio, che riguarda soprattutto le montagne della Valsàssina, custodito nelle raccolte della Biblioteca Ambrosiana a Milano. Il disegno fa parte del Codice Resta, un monumentale in-folio di 54x40x12 centimetri che il collezionista milanese Sebastiano Resta (1635-1714) ha costituito con 284 degli oltre 3500 disegni che in una vita aveva raccolto in oltre trenta volumi e ora per la quasi totalità dispersi! Tra i pochissimi superstiti, quello conservato all’Ambrosiana è il più ricco e lo stesso Resta lo aveva definito “Galleria Portatile”, contenendo opere dei principali artisti del Rinascimento e del Barocco.

Il disegno di Leonardo si trova in un angolo del recto della carta 35 r del codice, una classica sanguigna, ovvero una carta preparata con tempera rossa, ricavata da una particolare pietra caratterizzata da ematite, su cui eseguire il disegno con una matita rossa, e la dimensione del foglio è di circa 25×18 centimetri. Gran parte del recto del foglio è però occupato dal disegno di un piede, molto probabilmente un’opera più tarda dell’allievo di Leonardo Francesco Melzi, mentre sul verso si hanno fitti appunti autografi di Leonardo.

Il profilo montano occupa un settore marginale di circa 5×10 centimetri e in queste pagine si vuole precisare e approfondire l’identificazione dei luoghi ritratti. Già Augusto Marinoni vi aveva riconosciuto una regione “facilmente individuabile: il Resegone e le Grigne” ma quando anni fa Carlo Pedretti, uno dei maggiori studiosi di Leonardo, sapendomi conoscitore di quelle montagne mi mostrò una riproduzione di quel disegno e mi sollecitò a studiarlo, non esitai ad affermare che non vi vedevo né le Grigne né il Resegone…

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