VALSASSINA – Tutti tappati in casa, tanto con la tastiera pronta e un po’ di rabbia repressa: ecco che sui famosi social (ma non solo) esplodono polemiche e proteste per qualunque cosa. Figuriamoci poi se si parla di una delle poche cose rimaste “agibili” – pur se con qualche difficoltà logistica – come la spesa. Volano gli insulti, le delazioni e a volte anche qualche fake news. Anche dalle nostre parti.
In mezzo a tutto questo bailamme, qualcosa di reale c’è. Che i prezzi di alcuni generi in vendita nei negozi e supermercati siano aumentati in queste ultime settimane “emergenziali”, lo abbiamo notato in molti. A partire da alcuni prodotti molto collegati alla situazione specifica, uno su tutti il famoso alcol denaturato (fondamentale per preparazioni ‘domestiche’ di disinfettanti e surrogati dell’altrettanto nota Amuchina).
Si legge per l’appunto sui social network – sfrondando mezze notizie dall’armamentario classico degli haters, scatenati di questi tempi e perennemente ‘vomitanti’ ingiurie e bassezze di ogni genere – ma anche qualche lettore di VN si fa vivo, con toni certo più civili, e via email ci rende partecipi del disagio del momento:
“Volevo focalizzare l’attenzione sull’incremento dei prezzi dei supermercati nella valle – ci scrive ad esempio una signora dal Centro Valsassina –. La circolare vigente ci limita negli spostamenti e per forze maggiori dobbiamo acquistare nel paese dove siamo residenti o nel negozio più vicino . Per quello che posso acquisto dai piccoli commercianti che però sono limitati o privi di prodotti e questo comporta il fare la spesa anche nel supermercato del paese. Qui la sorpresa! Alcuni prodotti sono lievitati a dismisura… Alcune derrate con un incremento del 20-30 %… altre più del doppio. L’impossibilità di raggiungere gli Ipermercati di Lecco ha fatto impennare così i costi dei prodotti?“.
E altre comunicazioni in materia si concentrano su un prodotto: proprio quell’alcol che si fa fatica a trovare e ha raggiunto addirittura l’esorbitante costo di quasi 5 euro. Una verifica della nostra redazione, questa mattina, ha permesso di scoprire che il boom del prezzo di quel liquido è reale, ma non si può ascrivere al rivenditore finale (il supermercato). Qui come altrove il ricarico applicato dai punti vendita rimane lo stesso, ma il prodotto arriva nei ‘Super‘ a una cifra già fortemente maggiorata.
Difficile comprendere se gli autori dei rincari siano da individuare alla produzione o tra chi distribuisce il prezioso alcol; sicuramente però restano i due dati di fatto di un prezzo d’acquisto esorbitante e della “non colpevolezza” di chi espone in negozio il prodotto.
Ma non di solo alcol si discute in questi giorni. Accanto a questo, altri generi vedono aumentati i listini e di conseguenza il prezzo al pubblico: sale, biscotti, dadi per brodo e diverse ‘referenze’ ulteriori registrano impennate del 20-30% e oltre.
Pure qui, da capire dove stia l’inghippo ovvero il punto o i punti in cui la catena dei passaggi dei prodotti vede il balzo in avanti dei costi.
L’opinione di questo giornale è che, al di là del fatto che alcuni episodi sono certamente reali (e deprecabili), il momento non sia quello delle polemiche: già la vita ai tempi del Coronavirus è difficile e la stessa spesa è diventata un affanno – limitata, complicata, “sterilizzata”, contingentata e appunto in qualche caso pure rincarata; sperando che il più presto possibile si possa tornare a un minimo di normalità, l’ora dei “processi” e soprattutto della ricerca di cause ed eventuali responsabilità di tanti aspetti deplorevoli arriverà. E accanto ai prezzi dei supermercati, sul banco degli imputati saliranno anche altri episodi – e persone.
Fino ad allora, forse è il caso di tenere i toni bassi così come la stragrande maggioranza degli italiani riesce a fare.
Magari mugugnando, spesso a ragione.
VN
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