DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO: PENULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA



È la domenica detta della divina clemenza. Leggendo il Vangelo subito viene da pensare che la parola clemenza commenti benissimo quello che accade tra Gesù e la prostituta e la parabola che racconta a Simone. Ed è così certamente. Vorrei però aggiungere una cosa. La divina clemenza traspare anche nel modo di porsi di Gesù verso Simone.

Gesù accetta l’invito al banchetto da parte del fariseo Simone.  Sa benissimo che verrà osservato attentamente in quello che farà, sarà ascoltato con criticità e anche con un bel po’ di pregiudizi. Gesù non scappa dai farisei, non gira alla larga da loro, si lascia trovare. È commovente comprendere dai vangeli come Gesù non li abbia evitati anche se lo tormentavano, anche se volevano cercare in tutti i modi di mortificarlo e svilirlo agli occhi della gente. Non è fuggito perché sempre animato da una grande speranza nei loro confronti: che riuscissero a comprenderlo, ad accoglierlo, ad aprirsi anche loro alla novità del Vangelo.

Alla reazione di Simone nei confronti dei gesti della donna Gesù potrebbe tacere, per convenienza, opportunismo o diplomazia. Poteva far finta di nulla, sarebbe stato un modo per godersi il banchetto. Invece no! 

Racconta la parabola del creditore. Le parabole sono un modo di comunicare la verità rispettando la libertà di chi ascolta, un modo coinvolgente che aiuta a essere liberi e protagonisti interlocutori nel dialogo stesso.

Poteva concludersi così il dialogo con Simone.

Gesù invece continua ad amarlo e non si sottrae a qualcosa di più impegnativo. Vive nei suoi confronti quella correzione fraterna che proporrà ai discepoli come strumento straordinario di fraternità e di comunione. Parla a Simone in modo franco aiutandolo, tra l’altro, a entrare ancora di più dentro la stessa parabola. Gli parla anche cercando di fargli capire che quella donna può essere un dono anche per lui. Da lei può imparare tanto. Ricordando tutto quello che ha fatto può comprendere cosa davvero piace a Dio. Più che l’ubbidienza legalistica della legge Dio desidera aver a che fare con chi sa amare davvero, tanto e in modo anche esagerato. Desidera aver a che fare con uomini che hanno un cuore come il suo. Persone che dimostrano di essere ben consapevoli della loro miseria, delle loro fragilità ma conquistati davvero dalla certezza che Dio è stupendamente clemente.

Contempliamo in Gesù la divina clemenza e lasciamo che ci avvolga teneramente.


Don Stefano Colombo

Casa Paolo VI – Concenedo

 

 

 

 

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