DOMANI LA SAGRA/LETTERA: ”CON EXPO RIDISEGNARE IL DNA DELLA FIERA”



Non ci va giù leggero, Baruffaldi – valsassinese "sceso" in pianura ma sempre attento alle cose di quassù. E tra un attacco ai numeri e alla territorialità del sagrone spuntano anche alcune idee collegate ad esempio alla pista ciclopedonale che parte proprio dall’area in cui si tiene la fiera agostana e alle "rappresentanze valsassinesi", da consultare in vista di quel 2015 che in un colpo solo significherà Expo e cinquantesima edizione della Sagra.

Caro Direttore,

                       quanto dirò potrebbe nuovamente urtare la suscettibilità di chi si è già adombrato in occasione delle mie legittime esternazioni  sul dormiente Parco della Grigna Settentrionale ma, si sa, la democrazia è difficile. Il terreno che questa volta mi accingo, garbatamente, a “calpestare” è quello della mitica kermesse valsassinese di mezzo agosto, meglio conosciuta da ormai mezzo secolo come “Sagra delle Sagre”.

Ritengo di avere qualche titolo per farlo, non foss’altro perché alla prima edizione, “io  c’ero!”. Ebbene si, avevo undici anni e assistetti alla manifestazione ciclistica che caratterizzò quella storica giornata ed ero felicissimo perché, per la prima volta, vidi da vicino il grande Felice Gimondi che pedalava alla grande sul circuito pasturese, che ospitò la gara e altri importanti campioni.

La sagra che quest’anno  ha ben 48 anni, vissuti con alterne vicende, dovrebbe apprestarsi a cambiare pelle, una volta ancora ma definitivamente e possibilmente in meglio. I molti tentativi falliti o abortiti per strada, non devo scoraggiare gli attuali organizzatori, che pur stanno operando con impegno. Bisogna saper crescere, scrollandosi di dosso un “clichè” ormai superato, per stessa ammissione di molti addetti ai lavori, espositori compresi.

Quanti sono, infatti, gli espositori veramente valsassinesi che in questi decenni si sono persi per strada? Perché ciò è potuto avvenire? Come mai non si è più riusciti a recuperarli, dopo le puntuali polemiche di ogni fine sagra? E’ sotto gli occhi di tutti che lo stanco rito delle inaugurazioni, sempre più in tono minore, e i numeri sempre più roboanti attribuiti ai suoi visitatori, profumano si di leggenda ma sono anche “in odore” di qualche pietosa bugia. Per dirla tutta, a volte, sembrano un po’ “gonfiati”. Così almeno si sente in giro e non solo al bar della Sagra.

Bugie forse veniali e a fin di bene ma pur sempre, parvenza di verità. Sappiamo tutti che uno dei motivi che perpetuano il successo di pubblico della Sagra è sostanzialmente l’ingresso gratuito, come gratuiti sono anche gli spettacoli serali, così apprezzati in tempi di vacche magre. La gratuità è gemella della ripetitività che si trasforma in affezione e favorisce, parimenti, il villeggiante e il residente.

E così i numeri crescono a dismisura ma è del tutto evidente che  se ci fossero sempre nuovi clienti, sarebbe tutt’altra musica e il giro di affari aumenterebbe davvero, in modo esponenziale.  Si pagasse all’ingresso anche un solo euro, le famigliole in transito ci andrebbero una volta ma, forse, non di più. Così facendo invece si ritorna, che almeno il gelato per i bambini è quasi pagato. E non è poco. Dunque, anche per questo suo ruolo sociale, grazie Sagra.

Lasciandomi alle spalle queste pur brevi considerazioni, che per onor di cronaca non ho potuto tralasciare, vorrei fare una proposta semplice ma ritengo operativa, in ciò favorito anche dalla tempistica dei prossimi appuntamenti sul pratone della fornace Merlo. Siamo a due passi dalla splendida pista ciclopedonale che corre sulle sponde del torrente Pioverna, voluta dagli amministratori della Comunità Montana di qualche anno fa e sempre più apprezzata da grandi e piccini, in ogni stagione dell’anno. Anche questo è un valore aggiunto per la Sagra che verrà.

Fra due anni, infatti, saremo giunti alla cinquantesima edizione, nell’anno dell’EXPO 2015. E’ questo un appuntamento da non trascurare e un’occasione da non perdere per rivisitare il DNA della manifestazione e rilanciarne percorso e obiettivi. Il primo, mi permetto di suggerire, è recuperare le rappresentanze valsassinesi che saranno pure “fuggite” ma ci sono e aspettano di essere accolte e  valorizzate. Faccio questo passo e mi prendo questo "rischio" anche se so che qualcuno dirà certamente di averci già pensato. Visto però che tutto tace, o tuttalpiù la cosa sta scritta nel solito libro dei sogni, ritengo sia utile parlarne, confrontarsi e decidere per tempo cosa fare. Non basta, infatti, sopravvivere a se stessi!

I tempi e i modi di approcciarsi al “problema” e alla sua risoluzione, per ora,  li lascio allo stuolo dei valenti amministratori pubblici della Valle, molti dei quali sono purtroppo in scadenza di mandato elettorale. I migliori potrebbero, però, essere rieletti nel 2014, in tempo utile per condurre in porto l’ambiziosa operazione. Quale migliore vetrina dell’EXPO, per far conoscere e apprezzare la nostra bella Valsassina?

Saranno senz’altro attivate forme di consultazione e di ascolto fra la popolazione residente, che così potrà dare il consiglio giusto. Ciò unitamente a qualche nuovo e qualificato inserimento, anche nelle file dei prossimi amministratori comunali, consentirebbe di  vedere rappresentata al meglio, identità, professionalità e fantasia della gente "Valsassinese", anche alla nuova “Sagra delle Sagre”.

Buona Sagra a tutti!!

C.B.

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