IL DOMENICALE DI R. B./LA NEVE D’APRILE



Lasciate che il creato riveli i propri segreti a poco a poco
A poco a poco
Quando la luce che si è persa dentro di noi raggiunge il cielo

(Before the deluge – Late for the Sky – Jackson Browne – 1974)

Al pioof più”.

Ed eccoci serviti.

ACQUA TORRENTELa natura è straordinaria: in un attimo rimette a posto le cose, apre il cielo, sbaraglia il vento bastardo che scende da nord, inonda strade e torrenti, aggiorna le statistiche di Meteobarzio, tanto che oggi siamo sopra al livello di precipitazioni rispetto allo scorso anno.

La natura, però, è anche e soprattutto spettacolo: tuoni, ondate d’acqua e, fenomenale, neve ad altezza uomo.

La natura, insomma, prima o poi trova il suo equilibrio, costi quel che costi, senza guardare in faccia nessuno, incurante di attese e preghiere.

Probabilmente, mi permetto di sussurrare, anche un po’ incazzata con quei sette miliardi di bipedi dall’aria vagamente umana che ogni giorno, ipocritamente, prima la glorificano e poi la mercificano.

Salvo piangere quando ne diventano vittime.

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Risultati immagini per lights on offMa c’è chi cerca l’equilibrio e non lo trova.

Luce che si spegne e si accende: lo spazzacà assomiglia ad una discoteca, di ogni colore, fili scoperti che penzolano da tutte le parti pronti a toccarsi per far capitare il peggio.

O il meglio, chissà.

Luci che vanno e vengono, come certi lampioni sulle nostre strade. Una attimo e la strada è illuminata e confortevole, un attimo e la via si trasforma nel regno delle ombre, sentiero che porta non sai dove.

Così cerchi un riferimento, un muro a cui appoggiarti; tenti di perforare il buio, un passo dopo l’altro, un pensiero dopo l’altro.

Risultati immagini per fiammella sempre più lieveA volte il lampione si riaccende e ritrovi fede e speranza, magari anche un po’ di carità.

In altri casi, invece, dopo il primo lampione si spegne il secondo, e poi il terzo, e poi tutti gli altri, così che la luce diventa fiammella sempre più lieve che un minimo soffio può definitivamente spegnere.

Capita. Ed è difficile farsene una ragione.

Resta il pianto per un amico. E il ricordo, per sempre.

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L’altra sera hanno messo a posto le cose anche a Cortenova, un paese un po’ così, dove in un giorno di Pasqua sotto la neve ci sono nato anch’io.

Vedete, quindi, che la neve d’aprile non è un miracolo ma solo un segno che il tempo ha le sue regole, giuste, sbagliate, non siamo noi a deciderlo ed è una vera e propria fortuna.


Anche il domenicale dovrebbe trovare il suo equilibrio, ma quando si parla della propria culla, tutti me lo insegnate, è difficile mantenersi equidistanti.

Il cuore, si sa, torna sempre là dove ha iniziato a battere.

don luigi melesi intervista suMartiniCosì hanno dato la cittadinanza onoraria al Don Luigi e chi scrive queste righe non può che gioire e complimentarsi per la decisione. Mi accorgo di non essermi mai posto il problema: dove avrà la residenza il mio amico Don? Ma, forse, sarebbe stata una domanda con risposta scontata e già scritta da altri.

“Sta con la persona che c’è dentro ogni uomo”, e per farlo bisogna abbandonare il resto che conta niente, compreso, magari, un indirizzo preciso, per non parlare degli affetti, degli amici, dell’acqua della fontana del vacch, Santa Marta, la canzone dei magli, la Madona di Crott, la Quarantina, l’Asmara, la Pioverna.

neve 28apr17 grigna primalunaO l’Efrem e la Liduina.

E così via. Lontano.

Prima, durante e dopo il diluvio.

E la neve d’aprile.

 

Buona domenica.

BENEDETTI TESTINA
Riccardo

Benedetti

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