DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA 2ª DOMENICA DOPO PENTECOSTE



Il primo pensiero che sfiora la mente leggendo il vangelo di oggi è il desiderio di Gesù che noi abbiamo fiducia in Lui. Gesù ci parla sì del comportamento che dobbiamo tenere, ma soprattutto ce ne ricorda la ragione. Il comportamento lo ritroviamo nelle parole: “non preoccupatevi di cosa mangerete o indosserete”. E la ragione sta nelle parole: “la vita vale più del cibo e il corpo più del vestito”, ma la ragione ultima sta nella cura di Dio per tutte le sue creature: i corvi, i gigli, e, più ancora, l’uomo.

La Bibbia usa un’espressione molto bella per esprimere questa cura di Dio per tutto il creato: “apri la tua mano e sazi ogni vivente”.

È la cura che noi chiamiamo “Divina Provvidenza”.

Ma sembra che nel mondo d’oggi si faccia sempre più fatica ad avere questa visione di fede: sembra che l’uomo prenda sempre più l’atteggiamento di chi è padrone assoluto della natura e non l’accosti invece per servirsene con rispetto e misura secondo il suo onesto bisogno.

Oggi c’è un’esagerazione in tutto.

Il Vangelo non vuole insegnarci la pigrizia o la miseria o la fame, o che dobbiamo attenderci miracolosamente quanto ci è necessario per la nostra vita materiale: il prodigio di Dio c’è già nella natura e nella nostra intelligenza e nelle nostre mani.

Ma c’è un limite: non materiale, ma morale: l’uomo, diventato sempre più conoscitore e padrone della natura, sembra non riconoscere più che non tutto che si sa fare, è lecito fare.

Gesù ci dice anche: “Cercate prima il Regno dei cieli e il resto vi sarà dato in aggiunta”.

Questa promessa normalmente non si compie come un miracolo e comporta rinunce e sacrificio.

È questa la logica di Gesù e del Vangelo; diversamente è la logica dei pagani.

Anche se normalmente non ci viene chiesto il sacrificio della nostra vita per cercare anzitutto il Regno, come invece è stato per Gesù e per alcuni cristiani, questo è il criterio che ci deve guidare anche nelle scelte quotidiane.

Quante volte questo lo si impara da persone più povere, più umili, che sanno mettere la loro fiducia nel Signore, e in una vita laboriosa e onesta non mancano del necessario, sanno accontentarsi di poco, lo sanno condividere e in una vita così trovano serenità e pace.

È un sogno impraticabile, o è il riflesso del Regno, cioè di come ci desidera il Padre?


Don Gabriele

Vicario parrocchiale

 

 

 

 

 

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