MARIO LOCATELLI, 2.600 LANCI IN 42 ANNI. PARTENDO DA QUEL PERO A MORNICO…



VENDROGNO – Duemilaseicento lanci in tutti i continenti in quarantadue anni da paracadutista per Mario Locatelli, originario della Muggiasca, nella frazione di Mornico.

Arruolato nel 1979 all’età di 19 anni nella brigata Folgore per un anno ha fatto la scuola a Pisa; durante questo periodo l’addestramento in palestra e sul campo.

“Ogni mese entravano circa 300 persone, e solo il 50 per cento superava la selezione, il paracadutista non è solo preparazione atletica, devi essere pronto a livello mentale. La palestra ti preparava con il potenziamento degli arti inferiori, i maggiori sottoposti allo stress dell’atterraggio durante l’impatto con il suolo ma la cosa più importante è quello che c’è dentro di te, che ti spinge a lanciarti”.

A che età ha iniziato a sentire la passione per l’altezza e i lanci?
“Fin da piccolo ho scoperto questa passione. A Mornico, di fronte a casa c’era una enorme pianta di pero, lì sopra ho costruito una casetta e ogni volta che potevo ci salivo per guardare le cose dall’alto, mi piaceva stare lì”.

Attualmente fa ancora parte della Folgore?
“Ho il brevetto militare ma sono un civile, faccio parte della Folgore come riserva selezionata, continuo a fare gli aggiornamenti e sono diventato istruttore di lancio”.

Ci sono delle differenze tra i lanci militari e i lanci sportivi?
“Nei lanci militari abbiamo un paracadute di tipo tondo e ci lanciamo dagli aerei da un’altezza di 400/500 metri. Nei lanci sportivi abbiamo un paracadute di tipo alare e l’altitudine è di 4-500 metri poi a mille metri circa apriamo il paracadute. Durante questo tipo di lanci si può scendere in caduta libera oppure si eseguono delle figure acrobatiche in aria”.

Nella sua carriera ha collezionato molti trofei.
“Diciamo che durante gli aggiornamenti vengono messi in palio delle medaglie o delle targhe per incentivare i partecipanti a dare il meglio delle proprie prestazioni, poi ho partecipato a diverse gare, nel 2018 negli Usa nella gara “Leapfest” mi sono classificato al primo posto tra i 24 italiani partecipanti, al secondo come europeo e 11° della classifica generale. Nel 2012 ho partecipato al campionato italiano di Triathlon della scuola militare paracadutismo di Tradate: in questa gara si fa il lancio dall’aereo, poi ci sono 10 chilometri di corsa zavorrata con 10 chilogrammi e infine il tiro al bersaglio”.

Per tenersi in allenamento pratica diversi sport?
“Pratico la corsa, lo sci, la bicicletta e la pesca”.

Lo scorso anno durante l’estate ha fatto dei lanci a Taceno, ha in programma altri eventi in Valsassina?
“Quest’estate cominciamo il 5 agosto a Biandino, per la festa della Madonna della Neve, l’8 agosto all’Alpe Paglio per la festa degli Alpini e il 16 agosto all’Alpe Giumello per la festa di San Rocco. In queste manifestazioni utilizziamo l’elicottero e ci lanciamo da un’altezza di 1.500 metri, a bordo siamo fino a 5 paracadutisti”.

Fino a che età ci si può lanciare?
“Non c’è un limite di età, fino a quando il fisico lo permette. Io credo, seguendo l’esempio dei alcuni amici in Svizzera, che potrei proseguire fino a 80 anni”.

I. B.

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