FUSIONE: PRIMALUNA, CORTENOVA E IL PARAGONE CON LA RANA. INTROBIO SI CHIAMA FUORI (PER ORA)



CORTENOVA – Quarta “tappa” del tour che potrebbe portare alla fusione tra Primaluna e Cortenova. Dopo la dibattuta serata di giovedì, un altro incontro incentrato soprattutto sulle varie perplessità della popolazione.

Per iniziare, consueto sunto delle ragioni alla base del progetto della fusione, ampiamente trattato anche negli appuntamenti precedenti. Qualche dato in più, richiesto nella seduta di giovedì, sull’aspetto economico, con l’esposizione dei risparmi previsti nella gestione del personale, ipotizzato essere pari a circa 48mila euro, e alcuni dettagli sulla prospettiva delle tassazioni.

Dopodiché spazio alla fase più dinamica, con lo scambio di domande e risposte tra cittadinanza e amministrazione. Mauro Artusi esordisce ammettendo “di aver fatto un errore che era da evitare, ovvero l’aver avvicinato questi incontri alle prossime elezioni, perché in questo modo si è trasformato il tutto in una campagna elettorale. In questa situazione bisogna comportarsi per il futuro del comune, indipendentemente da chi verrà eletto” spiega il primo cittadino di Primaluna. Le sue parole fanno centro e il tono della serata è decisamente più pacato rispetto alla precedente.

Il primo intervento è di Giancarlo Benedetti, già consigliere per il Comune di Cortenova, che in modo approfondito ha posto l’accento su alcuni “spazi vuoti” della presentazione. Innanzitutto ha voluto sottolineare l’irreversibilità del processo, cosa che imporrebbe una scelta ben ponderata. In secondo luogo, focus sul numero dei consiglieri, che in un ipotetico nuovo Comune sarebbero tredici, due in meno di quanto comunicato dalle amministrazioni attuali. Terzo punto l’impegno dell’eventuale segretario comunale e delle altre figure responsabili: “Ci saranno dei risparmi? – chiede Benedetti -. Magari ce ne saranno meno, l’importante è arrivare a risparmiare qualcosa”. Tematica bandi, “vero che ci sarebbe un maggior potere per le dimensioni più consistenti del Comune, ma al contempo si avrebbe anche la possibilità di fare una domanda sola; oggi entrambi i Comuni possono fare domande e magari avere finanziamenti per entrambi le parti, cosa che non si potrebbe più verificare in futuro”. Altra considerazione sul peso politico: “Aumenta, ma non dappertutto, perché in certi enti non ci saranno più due rappresentanti (uno per comune) ma uno solo”. Qualche dubbio anche sui nomi, con Benedetti che propone una soluzione più conservativa dei toponimi attuali. Su una possibile imposizione futura per una fusione voluta dall’alto, Benedetti spiega: “In Italia ci sono circa 8mila Comuni, di cui 2500 sotto i mille abitanti, dunque se ci sarà una norma in futuro è auspicabile che venga prima dal basso, per i Comuni più piccoli”. Per concludere, una questione di “trasparenza mancata”, con la fissazione del consiglio comunale di Cortenova per il 18 aprile, poche ore dopo il termine ultimo per la presentazione delle osservazioni circa il progetto di fusione.

Artusi è il primo a rispondere, cominciando dal tema dell’impegno del segretario: “Naturalmente l’ente avrà bisogno di un segretario, ma nei prospetti è già previsto un segretario più presente, dunque i risparmi già tengono conto di un aumento dell’impiego” comunica il sindaco. Sulla premialità dei bandi e sul peso politico poco da discutere: “Vantaggio considerevole” per entrambi secondo Artusi. Infine, discorso piccoli Comuni: “In Italia il 44% dei Comuni ha meno di 2mila abitanti: una follia. È vero, prima saranno accorpati quelli piccoli, ma comunque essere piccoli non porta efficienza, inutile girarci intorno”.

Microfono poi a Sergio Galperti, che introduce il tutto con una similitudine: “C’è un’azienda a Lecco che ha come simbolo una rana. Il motivo: la rana va sempre avanti, mai indietro. Il progetto della fusione deve essere così: bisogna andare avanti, non indietro”. Galperti ha voluto poi riprendere la scelta di fissare il consiglio per il 18 aprile, spiegando di voler evitare di avvicinarsi al termine ultimo dei famosi 45 giorni (25 aprile) precedenti alle elezioni.

Dalla platea prende di nuovo piede la questione di Introbio, con i firmatari (ad oggi circa 400) che con una lettera chiedono alle amministrazioni di Introbio, Primaluna e Cortenova di poter prendere in considerazione l’idea di permettere al paese di poter aderire fin da subito. Galperti accoglie con cuore la petizione, trovando piacere nel supporto della comunità introbiese. Spiega però che “oggi il percorso è un iter avviato da tempo, con delibere che hanno portato ad andare avanti in due, senza nulla togliere alle proposte future del territorio”. Gli introbiesi replicano elencando i punti critici (nuovo referendum ed elezioni su tutti) che renderebbero difficoltosa l’incorporazione.

Ecco dunque che interviene Adriano Airoldi, sindaco di Introbio: “Premesso che stasera non volevo intervenire, ma gli introbiese in modo educato hanno esposto la questione e ci tengo a dare un chiarimento”. Il borgomastro spiega il fatto che ad oggi non è possibile ricandidarsi per una fusione a tre, sia per dei consigli tecnici da parte degli esperti regionali, sia per via del ripensamento tardivo rispetto al “no” precedentemente dato ai due colleghi del centro valle. “Non vuol dire che Introbio non può più entrare. Non siamo con l’acqua alla gola, non è una cosa che va fatta per forza ora. Si sono fatte osservazioni intelligenti e ne parleremo nell’incontro di settimana prossima a Introbio – continua Airoldi -. Siamo anche noi una rana, che farà un passo più corto del vostro, ma ci metteremo a braccetto. Anche se passa qualche anno o mese in più, visto che le fusioni dovranno durare per sempre, non c’è problema”.

Microfono poi all’ex sindaco Luigi Melesi, già intervenuto anche a Primaluna: “Non sono assolutamente contrario alla fusione, anzi, l’ho promossa negli anni 2000 quando sostenni l’unione. Quello che contestavo anche nell’ultimo incontro è nei tempi di questo progetto. Da lì nasce la mia titubanza. Onestamente direi di aspettare un attimino. Per correttezza istituzionale e politica mi pare più giusto aspettare qualche mese”. Rivolgendosi a Galperti, Melesi spiega: “Si è puntato il dito contro l’unione dei comuni in cui si è detto che non funzionava nulla, ma l’hai gestita anche tu con Artusi. Io dico: perché non ripensare a un unione, che non si rischia nulla? Oppure, in Valsassina c’è già un unione dei Comuni, ovvero la Comunità Montana, con la quale ci sarebbe la possibilità di fare un qualche servizio in forma associata. Proviamo a metterci insieme in quest’ottica, facciamo qualche mese e vediamo come va. Poi, se la cosa non funziona, da metà giugno penseremo alla fusione”.

Galperti risponde: “Io non ho mai detto di no all’Unione, per anni ho partecipato nelle decisioni portando avanti delle idee. L’unione forse doveva portare alle considerazioni di stasera, sarebbe dovuta vertere a un discorso più approfondito, ma dopo che vari paesi hanno deciso di dissociarsi aveva poco senza mantenerla”. Fa eco Artusi: “La Comunità Montana non ha le competenze per fare determinate cose, bisognerebbe cambiare la legge nazionale. Non può esistere una polizia locale nella Comunità Montale, la stessa non può fare il PGT. Ad oggi non hanno le stesse competenze dei Comuni. Sul discorso della tempistica, mi sento di dire che la parola ultima resta alla gente, non abbiamo deciso noi. Se ne riparlerà a settembre ottobre”.

Interviene poi la consigliera Antonia Benedetti, che torna a parlare di tempismo. “Non è mai il tempo di fare la fusione. Forse questo progetto va visto in un’altra ottica. È un progetto di progressione, mandare avanti la Valle. Bindo nel 1927 è entrato a far parte di Cortenova e vorrei chiedere: chi tornerebbe indietro? Noi la proponiamo, poi la parola sarà dei cittadini”.

Ancora la questione delle tassazioni a tenere banco, con dubbi sulla gestione delle varie aliquote una volta fusi i comuni. I sindaci chiariscono che le eventuali decisioni spetteranno alla futura ipotetica amministrazione, ribadendo come anche un aumento di tasse potrebbe comunque beneficiare il Paese.

La serata si chiude in toni divertiti con la proposta dell’ex sindaco Valerio Benedetti, che ritorna sulla rosa dei possibili nomi: “Centro Valsassina potrebbe ricordare una struttura ricettiva. Valsassina Centro, forse, pare più appropriato”.

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