“PEDALARE NEL PARCO”: UN PERICOLO IL GRAN BIKE TOUR DELLA FASANA



PARCO DELLA GRIGNA – Gentile Direttore, qualche pomeriggio fa lasciandomi alle spalle l’afoso fondovalle sono salito alla località Zuc (m. 910) partendo da Prato San Pietro, con l’intenzione di raggiungere i maggenghi di Piattedo, percorrendo il sentiero tagliafuoco o dei faggi che non praticavo da almeno dieci anni. Dopo una pausa alla suggestiva e ben tenuta cappelletta che si trova proprio vicino alle baite, ho dato una sguardo alla splendida Valpiana che da qui si può ammirare in tutta la sua ampiezza, nel tratto tra Primaluna e Introbio. Lasciata la comoda strada agrosilvopastorale ho imboccato la tagliafuoco, incontrando subito due cicloamatori parecchio delusi e preoccupati.

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parco-grigna-sicurezza-in-montagna-8I giovani e atletici biker si sono mostrati stupiti ed esterrefatti dal disastroso stato di conservazione del tracciato che hanno definito maltenuto e pericoloso per chi lo percorre soprattutto in discesa: poco dopo salendo verso lo zuc della Garzada, effettivamente, ho potuto verificare che da molto tempo non viene effettuata alcuna manutenzione ordinaria e tanto meno straordinaria del cosiddetto “Gran bike tour della Fasana“. È vero che sul sito del Parco quella pista è consigliata a ciclisti esperti ma qui la sicurezza è solo un lontano ricordo. La laconica e generica “raccomandazione”, in caso di malaugurato incidente, forse alleggerirà la coscienza dei responsabili ma non li aiuterà a schivare le inevitabili beghe legali, con possibile risarcimento danni ai malcapitati amanti dello sport e della natura della Grigna.

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parco-grigna-sicurezza-in-montagna-2I due cicloamatori, infatti, si sono fortemente lamentati per la totale assenza di sicurezza e per la vaghezza delle indicazioni sul percorso: la sicurezza in questa zona della montagna è rappresentata soltanto dalla imponente e solida presenza degli antichi faggi che danno il nome al sentiero, che in passato è stato lo scenario di gare fra appassionati ma venendo a “Pedalare nel parco” ogni cittadino comune si aspetta di non dover rischiare la propria incolumità. Le foto che allego, senza nulla esagerare, sono molto eloquenti: pietre spigolose di ogni tipo e dimensione, attraversamento non segnalato di ripidi canali, alberi caduti sul sentiero, rovi e erbacce anche scendendo verso Piattedo sono il pericoloso biglietto da visita per chi si avventura su questo infido “sentiero natura”.

Lettera firmata

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