LA FUCINA INCONTRA ANDREA ORIANA, ESPLORATORE DELL’ACQUA. “L’IMPRESA NASCE DAI FALLIMENTI”



BARZIO – Non si compie una impresa se non si passa dai fallimenti, se non si crea una squadra e se non si vive tutto il percorso con grande umiltà. Questo il messaggio di Andrea Oriana al pubblico dell’associazione culturale La Fucina. Olimpionico del nuoto, recordman e ultra atleta, Oriana ama definirsi “esploratore dell’acqua” e la definizione ben inquadra il personaggio che a Barzio non si è limitato a raccontare le sue straordinarie imprese ma è riuscito a trasmettere alla platea lo spirito che lo accompagna in ogni avventura.

Andrea è un gioiello del Lago di Como – così lo definisce con affetto il suo staff – per la capacità unica di restare in acqua enormi quantità di tempo. Una capacità di superare momenti difficili che lo ha portato ad essere mental coach di pallavolisti, tennisti, golfisti e tanti altri atleti per i quali l’aspetto mentale si rivela estremamente importante.

Andrea Oriana, classe 1973, vanta infatti il primato italiano di attraversata del canale della Manica, realizzato il 2 settembre 2020 in 10 ore e 19 minuti. L’impresa è stata realizzata al terzo tentativo: “Ma non ce l’avrei fatta senza i due fallimenti precedenti – ammette Oriana -. Cadere è un momento importante nel perseguire una sfida, che va convertito in energia positiva. Al primo tentativo, nel 2018, mi trovai a cinque chilometri dalla costa francese (il percorso si effettua sempre dall’Inghilterra alla Francia, nda) ma si alzò la marea e più nuotavo più il mare mi portava indietro. Affrontai la sfida però con un approccio sbagliato e fallire fu utile”. Oriana tentò di nuovo nel 2019 ma in quell’agosto il mare si presentò sempre in condizioni pessime, un brutto tempo tipico dell’inverno e non si riuscì mai a uscire in acqua.

La terza volta fu quella buona anche se le avvisaglie non furono delle migliori: “Attesi dieci giorni con il mare sempre pessimo. Il meteo cambiò negli ultimi due giorni a disposizione: nella notte il mare sarebbe stato una tavola ma purtroppo dovetti salutare il mio assistente perché aveva finito le ferie. Con una serie di passaparola trovai a Londra un 60enne dell’Isola di White, nuotatore esperto, che si fece subito 200 chilometri per poi mettersi a disposizione. Partii in una notte da romanzo, una luna gigante e un mare tranquillissimo”. E si fece l’impresa.

Lo sguardo di Andrea a quel punto si è alzato a 3.800 metri, al lago navigabile più alto del pianeta, il Titicaca tra Perù e Bolivia. L’obiettivo era attraversarlo a nuoto: 44 chilometri con l’acqua a 12° e l’ossigeno rarefatto. “Gli abitanti mi accolsero come un extraterrestre, poi durante gli allenamenti crebbe la curiosità e sempre più numerosi vennero a tifare. Arrivarono persino a fermarmi in strada per un autografo”. In condizioni estreme Oriana non ha toccato la riva opposta ma si è dovuto ‘accontentare’ del primato assoluto di permanenza nel Lago. L’avventura però lo portò a contrarre la Listeria, un batterio. “Al ritorno in Italia andai in coma dieci giorni e rischiai la paralisi. Fortunatamente ho reagito bene e grazie alla passione per l’acqua ho ritrovato le forze. Ho deciso però di passare ad altri tipi di imprese, in acque più calde senza mettere a repentaglio la vita”.

E quindi le Eolie: con trenta chili in meno a causa della malattia. Da Alicudi a Milazzo, 90 chilometri in 22 ore. “In acque libere ti senti parte del mare e delle isole che ti circondano”. E poi la 24 ore in piscina, a Bormio. “Nuotare 90 chilometri in vasca da 25 metri significa ripercorrere la stessa corsia 3.600 volte: per farlo oltre al fisico serve riuscire a comunicare con l’acqua per non farsi sorprendere dalla monotonia”.

Nel futuro, prossimo, Andrea Oriana ha in programma una impresa originale: il giro del nostro lago a nuoto. “Sono tre gli ostacoli con cui misurarsi: i 150 chilometri, le 48 ore e soprattutto le correnti”. Il percorso è stato presentato con un video ancora inedito, un regalo per il pubblico di Barzio, e prevede la partenza da Lecco, poi Bellagio, Varenna, Colico, Menaggio, Como, ancora Bellagio e Lecco. “Stiamo curando l’organizzazione nel minimo dettaglio, speriamo di poterci provare i primi giorni di settembre. Ciò che temo di più è la seconda notte, quando la stanchezza si farà sentire. Tra una tratta e l’altra riposerò per un tempo complessivo di cinque ore circa, e sto provando a fare dei ‘micro sonni’ su dei materassini galleggianti”.

“Ciò che accomuna tutte queste imprese è un approccio umile: la sfida è innanzitutto con se stessi e farlo per mettersi in mostra non aiuta. Io mi vedo come un esploratore dell’acqua: vado alla ricerca di confini senza sapere quale sarà la destinazione e cosa potrò trovarmi di fronte. È un continuo mettermi in gioco per raggiungere traguardi che però non potrei tagliare senza il costante sostegno del gruppo di amici che mi segue da sempre”.

Sono le parole di un recordman, che quasi si commuove chiedendo alla figlia Camilla di mostrare al pubblico la tesina di terza media perché “mi ha voluto fare una sorpresa e l’ha dedicata a me e alle mie imprese. Fin da piccola mi ha sempre accompagnato ma si tiene lontano dall’acqua: il suo sport è la ginnastica”.

“È stato un onore e un piacere – commenta il direttivo de La Fucina – inaugurare i nostri appuntamenti estivi in compagnia di Andrea Oriana, l’italiano più veloce ad aver attraversato la Manica a nuoto e ambasciatore di Lago e Montagna della Città di Lecco. A lui un grande in bocca al lupo per la prossima sfida, il giro del Lario di 150km in 48 ore, che darà ulteriore prestigio al territorio che amiamo”.

In calce tocca però annotare, di nuovo, l’assenza di qualsivoglia rappresentanza istituzionale di fronte a un ospite di grande prestigio.

C.C.

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