CULTURA/UNA ZIA MORTA DUE VOLTE E UN CARTEGGIO DI CUI VANTARSI. COSÌ SAMPIETRO FA STORIA SUL MANZONI



BARZIO – Con passione e competenza Marco Sampietro ha illustrato a Barzio i suoi recenti studi intorno ad Alessandro Manzoni. Ospite de La Fucina per la rassegna di eventi estivi organizzati dall’associazione culturale attiva in Altopiano, Sampietro ha proposto a Barzio – gremita la sala civica di Palazzo Manzoni – due nuovi tasselli apportati al mosaico degli studi storici.

Il professore e ricercatore storico, figura di riferimento de Gli amici della Torre di Primaluna, ha fatto un po’ di “gossip” sulla famiglia dell’illustre personaggio di cui ricorre quest’anno il 150esimo anniversario della morte, partendo dal bisavolo nato proprio a Barzio e soffermandosi soprattutto sulle zie. Una in particolare, Francesca Maria, sposata in Valtellina al cavalier Guicciardi, risulterebbe morta due volte nell’arco di poco più di un mese. Una discrepanza tra archivi parrocchiali – di Ponte e Berbenno – che sarebbe troppo semplicistico giustificare come scarsa comunicazione tra parroci e sarebbe interessante riuscire a scovare le motivazioni.

Sampietro si è poi soffermato sulla lettera che Alessandro Manzoni spedì al primalunese Samuele Cattaneo. Attorno alla vicenda si è in passato creata una ricostruzione grossolana e superficiale su cui le ricerche più approfondite di Sampietro hanno potuto fare luce.

La vicenda risale al novembre 1863 quanto il Cattaneo decise di far avere al Manzoni, già celeberrimo e influente, uno stemma familiare riemerso da lavori a uno dei palazzi barziesi che appartennero alla famiglia ormai identificabile come milanese. Manzoni ben accolse il dono e nell’arco di due giorni rispose al Cattaneo ringraziandolo. Per il valsassinese vedersi recapitare la lettera compilata e firmata da Alessandro Manzoni fu certamente motivo di vanto, tanto che ne vennero fatte copie e se ne iniziò a parlare, citandola e soprattutto riproducendola in diversi volumi. Su tutti, ne raccolse una riproduzione l’abate Antonio Stoppani nel suo libro dedicato ai primi anni dell’amico Manzoni. Quella stessa versione iniziò a circolare e in taluni casi venne esposta e presentata come autografa.

Diverse però le anomalie su cui non si pose l’attenzione, come ad esempio l’indirizzo del Cattaneo riportato sulla stessa facciata della lettera, quando per logica si sarebbe dovuto trovare all’esterno in modo che fosse visibile una volta ripiegato il foglio. Sampietro, ritrovando diverse copie identiche di questa lettera cosiddetta autografa ha dimostrato che si aveva invece a che fare con la riproduzione di una trascrizione. L’originale, come si conviene, è invece ben conservata e facilmente consultabile alla Biblioteca Braidense di Milano.

C.C.

 

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