Il Vangelo di questa domenica ci riporta al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. In seguito le folle cercano Gesù e quando lo trovano gli chiedono: “Quando sei venuto qua?”; ma Gesù smaschera la ragione vera della loro ricerca: “Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché vi siete saziati”, e li invita a cogliere e a cercare quello di cui quel pane era segno: Lui stesso. Al centro di questa pagina sta la domanda che la folla pone a Gesù: “Cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”, e Gesù risponde: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in Colui che Egli ha mandato”.
Ci saremmo aspettati di dover fare cose impegnative, l’osservanza dei comandamenti, o altro; Gesù invece chiede soltanto un atto di fede in Lui. Forse pensiamo subito alle cose che abbiamo imparato a catechismo, o al Credo che diciamo nella Messa, ecc.: un credere che è atto di conoscenza, ma limitato a quello.
Ma non è questo il credere che Dio ci domanda e che ci salva: sarebbe solo una fede di idee, non una vita.
Come se in una casa ci fossero le cose necessarie, ma mancasse l’amore; se perfino i gesti di amore fossero fatti senza amore: come tutto sarebbe brutto e vuoto!
Ma se c’è amore tutto cambia: il servizio lo si rende con gioia, la richiesta e l’obbedienza sono fatte con gentilezza,
parole e gesti di ringraziamento sono fatti non solo per buona educazione, ma perché nascono dal cuore.
Così è il modo di credere in Gesù che Dio ci domanda.
Quanto è vera, sincera e piena di speranza la preghiera testamento di un missionario:
“Signore, ti adoro, anche se non so cosa vuol dire.
Ti ringrazio, anche se solo a parole.
Ti chiedo perdono, anche se senza una lacrima.
Ti voglio amare, anche se ne sono assolutamente incapace”.
L’indispensabile è che la fede sia umile e sincera, in nessun modo padrona, serena e a volte perfino gioiosa, meravigliata e riconoscente per l’amore che Dio ha per noi e assolutamente incurante di ciò che noi facciamo per Lui.
Una fede così è sì attraente e bella!
Come una casa si illumina per l’amore che vi regna, così tutta la religione diventa vera, luminosa e bella se animata da una fede così.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale