DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO NELLA FESTA DELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE



Trovo questi spunti di riflessione  e preghiera nel brano di Vangelo di oggi. Custodire e meditare. Maria osservava, contemplava e cercava di trattenere nel cuore e nella mente ciò che vedeva, ascoltava e provava. Per custodire, cioè per non rendere vano ciò che accadeva ma invece potesse diventare occasione preziosa di crescita nella fede, nella carità e nella speranza. Aveva compreso che il suo SI alla volontà di Dio doveva nutrirsi e arricchirsi di esperienze vere, profonde e significative. Così poteva dire ancora e meglio SI con la sua vita ai sogni che Dio voleva realizzare anche attraverso lei.

Dobbiamo imparare da lei per vivere da protagonisti la nostra vita e per non “lasciarsi vivere”. Ciò che ci accade e il dono della parola di Dio possono nutrire il nostro desiderio di essere buoni discepoli di Gesù e suoi testimoni nel mondo. Nel silenzio, nella preghiera possiamo e dobbiamo “custodire e meditare”.

I pastori raccontano. Annunciatori e testimoni improbabili. Loro che, a causa del loro lavoro, non potevano vivere come tutti gli altri ciò che nutriva la fede di Israele, loro che spesso venivano considerati dei pochi di buono, glorificano e lodano Dio e annunciano ciò che è meraviglioso dono per tutti. Maria è la prima che li considera così. Non è chiusa in un pregiudizio ma apre il cuore e la vita alla loro testimonianza. A volte noi non siamo capaci di accogliere doni da persone che riteniamo improbabili testimoni di bontà, verità e bellezza. Non abbiamo la sua libertà e rischiamo di mortificare la provvidenza di Dio che agisce per la nostra stessa fede. Impariamo anche questo da Maria, cerchiamo di essere figli che le assomigliano.

La circoncisione. Era un segno di appartenenza a un popolo ma prima ancora il segno di una appartenenza a una alleanza tra Dio e l’uomo. Diceva la decisione di aiutare a crescere un figlio capace di rispondere con amore all’amore sovrabbondante di Dio. Nell’ubbidienza alla legge l’uomo camminava alla luce del Signore compiendo la sua volontà che era compresa sempre e comunque come volontà di vita buona per l’uomo.

Gesù cresce e vive dentro l’alleanza e saprà ricordare con la sua vita agli uomini e alle donne che incontrerà cosa significa veramente ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini, aiuterà a cogliere e vivere lo spirito della legge evitando le trappole di una lettura legalistica dei comandamenti, cercherà di testimoniare la gioia di una vita secondo la volontà di un Dio che è Padre. Gesù ha sicuramente imparato da sua Madre a “custodire e meditare” e come lei e Giuseppe a crescere come un uomo giusto, capace cioè di vivere in tutto la volontà del Dio dell’alleanza. Custodirà e mediterà la Parola e ciò che la vita gli offrirà per essere davvero ciò che il suo nome, Gesù, significa: Dio salva.


Don Stefano Colombo

Casa Paolo VI – Concenedo

 

 

 

 

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