SPACCIO DI DROGA? ALTRO CHE STRONCATO: LA MAPPA DEI “PUSHER” TRA BASSA ED ALTA VALLE, ALTOPIANO E BALLABIO



VALSASSINA – Mentre è in corso da qualche giorno (si chiuderà giovedì 11 aprile) il nostro sondaggio dedicato al traffico di stupefacenti in Valle, continua se possibile ancora più “caldo” il dibattito sulla circolazione della droga sul territorio – tutt’altro che terminata, malgrado la pur rilevante operazione della Questura di Lecco avvenuta a metà marzo tra Altopiano e Ballabio.

In realtà, la sensazione è che lo smercio di coca, hashish e pure di eroina, prosegue: sensazione che ricaviamo nella nostra quotidiana attività giornalistica grazie a diverse segnalazioni. E quando questi contatti diventano numerosi e soprattutto concordanti, matura l’idea che non solo se ne debba parlare – caratteristica e urgenza della libera informazione – ma che accanto all’attività di una testata che rappresenta il sentiment di una popolazione, siano proprio le persone che assistono impotenti a queste attività delinquenziali a potere (e in fondo, dovere) farsi presenti con le forze dell’ordine per denunciare pusher e traffici connessi. Sempre più visibili.

Intanto, alla domanda classica – la stessa del succitato sondaggio – “ma è sufficiente la retata del mese scorso?“, la risposta dei più è NO. Sotto gli occhi di tanti, come detto anche con circostanze convergenti, rimane un fiume di droga che inonda la Valle e rifornisce fin troppi giovani ma anche tanti adulti, di ogni età e censo.

Dovendo però trarre una sorta di identikit del consumatore valsassinese, le testimonianze di chi assiste allo smercio (e a volte pure al consumo) parlano di due figure prevalenti: il giovanissimo che spesso si ritrova a spacciare per pagarsi le dosi e il piccolo imprenditore di età tra i 40 e i 60 anni. “Fumo” ed eroina nel primo caso le sostanze più gettonate, cocaina per i più anziani

A chi sperava che il blitz di Polizia e Procura avesse messo la parola fine allo smercio in altopiano ha già pensato una nostra lettrice con la lettera che qualche giorno fa ha fatto molto rumore in Valle, dopo la pubblicazione su VN. Uscita che ha suscitato anche ulteriori segnalazioni giunte alla redazione, a conferma di vari rumours sull’attività in particolare di uno spacciatore di origine straniera, attivo da anni e anni a Barzio. Indisturbato.

Un soggetto al quale c’è perfino chi ha fatto i conti in tasca: la coca che spaccia frutterebbe sui 1.500 euro a settimana. Un ottimo “stipendio” (ovviamente in nero) grazie in particolare a quella ampia clientela che solo in parte sarebbe rappresentata da turisti e villeggianti nella cosiddetta ‘Perla dell’Altopiano‘ – bensì deriverebbe proprio da consumatori della zona.

Poco più giù, a Pasturo, risulta nota a molti l’analoga “attività” svolta però con modalità assai diverse da un altro straniero (in questo caso non di origini maghrebine), che utilizzando come copertura il suo lavoro di rappresentanza fornirebbe una vasta quantità di consumatori facendosi aiutare negli ultimi tempi da una piccola rete di giovanissimi “cavalli”, i quali spaccerebbero al dettaglio girando a bordo di agili moto.

A Ballabio e nelle limitrofe località dei Resinelli e di Morterone la droga girerebbe ancora, nonostante le diverse “mazzate” recentemente inferte a delinquenti grandi e piccoli.

Questi ultimi, i mini pusher del territorio, sfrutterebbero la situazione ambientale (leggi: boschi e strade poco in vista – a destra uno degli accampamenti scoperti e smantellati ) per proseguire il loro lavoro su quantitativi minori di stupefacenti

Manca l’Alta Valsassina. Zona “risparmiata” dal traffico illegale? Macchè. Qua si differenzia il consumatore abituale – soprattutto ben più che maggiorenne -, confermando che la clientela è sganciata dal profilo turistico e come più volte segnalato si parla di gente del posto. Diversi acquirenti sono seguiti dal Sert, la sostanza più in voga è la coca e se la permettono in particolare persone mediamente abbienti, magari titolari di aziende o comunque con qualche euro in tasca. Spaccio che avviene anche nei vari parcheggi (questi sì, “turistici”), nelle frazioni e perfino, si dice, nei pressi di una chiesetta.

Fin qui la “mappa” delle segnalazioni. Certo, da verificare ma a occhio ancora incompleta.
A uso dei nostri lettori e, soprattutto, di “chi di dovere”.

VN
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