TRA LAGO E VALLE/”NON MOLTI VALSASSINESI HANNO PERCORSO INTERAMENTE QUESTI LUNGHI E FATICOSI COLLEGAMENTI”



Sugli antichi sentieri di collegamento tra Lago e Valsassina: ripercorrendo e riscoprendo i tradizionali itinerari che nei secoli passati erano percorsi dai nostri avi e uniscono due terre vicine ma diverse non solo nel clima e nel paesaggio.

Fin da ragazzo sono salito in Grigna seguendo i diversi itinerari che da Primaluna e dal fondovalle conducono al rifugio Brioschi, sulla vetta della montagna simbolo della Valsassina.

Il dislivello é notevole visto che si parte da poco più di 500 metri di altitudine per arrivare ai 2.410 della cima.

Ci sono vari percorsi che consentono di affrontare la salita in modo più graduale o “di petto” come accade se da Cortabbio si sale dritti per la Val Cugnoletta, superando il ripido passo dello Zapel e battendo i denti sulle ginocchia fino all’ampia e verdeggiante conca del Moncodeno. Diverso é il discorso, almeno nella prima parte, se si affronta la montagna passando dal rifugio Riva, proseguendo fino alla chiesetta di San Calimero e poi su per il Cornel Bus che però, come si dice, é bello “in piedi” pure lui. Arrivati dopo una sostanziosa scarpinata al Pizzo della Pieve si gusta per un attimo l’ampiezza del paesaggio e poi ci si dirige verso la vetta, col mio passo, lontana ancora tre quarti d’ora.

Spesso si saliva anche da Cainallo e mentre si scarpinava verso il rifugio Bietti e pure più su, l’occhio si allontanava verso le sponde del lago e la riviera di Mandello del Lario: per molti anni ho fatto quel sentiero senza però mai scendere nell’ampia vallata che era destino avrei conosciuto e apprezzato solo dopo la pensione. Mi sarebbe piaciuto ispezionarla anche allora ma in un giorno solo era un giro troppo lungo e dunque ho rinviato per molti anni.

Era scritto che in un’altra età della vita avrei avuto la possibilità e il tempo di addentrarmi in quelle valli e in quelle fitte boscaglie: sapevo infatti che quei sentieri hanno rappresentato per molto tempo la via più breve per collegare due mondi confinanti ma molto diversi e la cosa mi incuriosiva.

Insomma e per farla breve, quando sono andato in pensione mi sono quasi subito avvicinato a quel territorio dominato dal lago e attraversato dal Sentiero del Viandante. Da Mandello sono due i cammini per arrivare in centro Valsassina: con il primo, dopo aver scavalcato la montagna, attraverso il sentiero della Scaletta o seguendo la Valle dei Mulini si arriva a Prato San Pietro mentre l’altro, passando dal rifugio Elisa conduce all’Alpe di Campione, sfiorando il buco di Grigna, sulle aeree pendici della Grignetta e poi giù fino a Balisio. Partendo dalle frazioni alte di Mandello, Rongio e Somana vi assicuro che c’é da scarpinare parecchio ma é bello davvero perché lo scenario é imponente e la maestosità della Grigna sbuca da ogni dove. Provare per credere!!

Sono queste le zone dove si trovano ben segnalati anche i percorsi che a suo tempo erano praticati dalle locali formazioni partigiane la cui attività ruotava attorno alla grande baita della Gardata, attorniata da alti pini ben visibili dalla foce del torrente Meria, sul lungolago mandellese.

Sul versate a lago, l’itinerario che mi é sembrato più suggestivo é il cosiddetto “Sentiero del fiume” che da Somana rappresenta un’alternativa per escursionisti un po’ più esperti, rispetto al percorso classico che passa dal santuario di Santa Maria facile da raggiungere anche in inverno. Il fiume richiede invece un po’ più di esperienza e piede sicuro ed é sconsigliato dopo lunghi periodi di pioggia perché va riattraversato più volte: si arriva poi all’Alpe di Era e Calivazzo a poca distanza dalla Bocchetta di Prada dove si scollina verso Cainallo e la Valsassina. È proprio una bella escursione.

Penso che questa mia tardiva esperienza potrebbe interessare anche altri valsassinesi che probabilmente e come ho fatto io, sono abituati a vedere la Valle di Era e la Val Meria mentre camminano sulle cresta di Piancaformia verso la cima della Grigna ma ben raramente scendono fino al Lario, lontano altre tre ore di cammino dalla bocchetta di Prada: sotto al sole del pomeriggio é dura ma l’ho fatta.

Per chi ha voglia di camminare tra lago e montagna si può giungere però alle porte della Valsassina anche partendo dal comune di Abbadia Lariana: salendo lungo antichi e ripidi sentieri o per le più moderne e agevoli strade agrosilvopastorali si arriva infatti alla località Campelli e poco dopo ai Piani Resinelli e dunque a Ballabio.

Raccomando la camminata e l’esperienza montanara in modo particolare a chi non avesse ancora provato l’emozione di calcare l’immutato sedime di questi antichissimi collegamenti, chiudendo il cerchio anche culturale che esiste e per l’appunto collega questi territori così vicini ma diversi per motivi orografici ma anche economici.

Questi sentieri hanno infatti consentito, ad esempio, l’acquisto di forbici e coltelli e prodotti di artigianato locale alla gente del lago ma anche altri scambi commerciali compresi i prelibati formaggi, oltre che rappresentare l’abituale riferimento per gli ovicaprini che ancora oggi pascolano in giro per le ampie praterie della Grigna durante l’estate, incuranti dei confini geografici e politici fra i vari territori comunali.

So per certo che anche dalla lontana Valmasino si veniva, a piedi, fino in Valsassina e in Alta Val Varrone per approvvigionarsi di coltelli, forbici ma anche falcetti e altri attrezzi per bosco e agricoltura la cui fama, durata e qualità ha rapidamente superato i confini locali facendosi apprezzare in più ampi e qualificati contesti economici e commerciali. A maggior ragione si saliva fino a Premana e in Val piana anche dalle più vicine e confinanti sponde del Lario e per analoghi motivi.

Le belle e lunghe giornate estive possono servire a riscoprire questi tradizionali itinerari, facendo conoscere meglio il nostro stupendo territorio e la nostra Storia anche ai più giovani. A volte si fanno anche piacevoli incontri e mi riferisco soprattutto ai numerosi camosci che si incontrano sui pascoli più alti o nelle radure al limitare dei boschi: a fargli compagnia marmotte, galli cedroni e coturnici che ancora prosperano sulle Grigne e in altre zone della nostra Comunità Montana.

Claudio Baruffaldi

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