QUELLA FRANA CHE SPAZZÒ VIA GERO E PARTE DI BARCONE: INTERESSANTE SERATA DEGLI ‘AMICI DELLA TORRE’ A PRIMALUNA



frana gero serata FLAVIO SELVAPRIMALUNA – Serata importante e non casualmente assai partecipata quella promossa alla biblioteca di Cortabbio dagli ‘Amici della Torre‘: si trattava infatti di rievocare, raccontare e contestualizzare un episodio di enorme rilevanza per la storia della Valle e in particolare di quei villaggi che poi sarebbero stati riuniti nell’attuale municipalità unica di Primaluna.

Uno di questi, Gero, venne completamente distrutto – spazzato via è l’immagine drammatica che meglio rende l’idea – unitamente a parte di Barcone in quel tragico lunedì di tempo “sereno e tranquillo” del 15 novembre 1762. Il giorno della “ruina“, lo smottamento di parte del monte Agrella che dopo giorni di piogge e 48 ore di tregua venne giù di colpo, scivolando fino a raggiungere la Pioverna, portandosi via tra sassi rocce terra e piante case, strade, persone bestiame.

FRANA GERO SERATA115 furono le vittime “ufficiali” (parecchie le incertezze e le versioni diverse): ben 90 a Gero, praticamente il 90% degli abitanti e 25 a Barcone. Oltre a 400 capi di bestiame. Un evento epocale, trattato poi ampiamente in volumi, cronache storiche e turistiche, poesie e quant’altro. Il tutto ben descritto giovedì sera da Marco Sampietro in una conferenza ricca di spunti anche se dai ritmi un po’ lenti – ravvivati e quasi ‘compensati’ solo nel finale dalla lettura di gruppo da parte dei ragazzi della biblioteca di un racconto del cortabbiese Giuseppe Muttoni(1889-1968), “La frana“, contenuto nel volume “Cronache del Lario” e ispirato in qualche modo all’immane catastrofe di due secoli prima.

FRANA GERO BARCONE RELAZIONE VERIDICAMolto ben inquadrato il contesto, con testimonianze dirette (del prevosto Giovanni Girolamo Buzzoni), notizie storiche e pure correzioni come nel caso della “Relazione veridica” di Ambrogio Chiesa Milesi – due copie delle cinque esistenti visionate di persona dal Sampietro. Tanti i riferimenti da autentico “topo di biblioteca” del relatore, che ha scovato molteplici citazioni della tragedia di Gero nella letteratura e nel lavoro dei poeti, nell’informazione turistica, nei segni della religione e così via.

Meno approfondito e forse tralasciato (per questo, visto il successo della prima serata ne auspichiamo una seconda sul tema) il piano ambientale e geologico della “ruina’ di allora e delle sue conseguenze – che hanno visibilmente trasformato il paesaggio fisico e umano della zona.

Con una domanda su tutte: potrebbe succedere ancora?

Sandro Terrani

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SOTTO/Un quadro descrive la Ruina, a destra una foto di fine Ottocento con le conseguenze della frana ancora ben visibili

 

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