OLIMPIADI, SONO OTTO QUELLE DI GIANFRANCO POLVARA: “BOBBIO PUÒ AVERE UN RUOLO, CAMBIAMO ROTTA CON I GIOVANI”



BARZIO – “Per l’Italia ospitare i giochi olimpici è un onore, è bellissimo che dopo 20 anni si torni a gareggiare da noi, adesso bisogna preparare i nostri giovani”. È la prima reazione del barziese Gianfranco Polvara all’annuncio di Losanna dei giochi a Milano e Cortina, e rilancia i Piani di Bobbio come pista di allenamento per le delegazioni.

Cinque Olimpiadi da atleta (Lake Placid 1980, Sarajevo 1984, Calgary 1988, Albertville 1992, Lillehammer 1994), altre tre come skiman (Nagano 1998, Salt Lake City 2002, Torino 2006), anche se ormai si gode la pensione e il nipotino arrivato da due mesi, Polvara non ha perso la passione per lo sci di fondo e non ha smesso di seguire quel mondo che nel nord Europa trova la sua massima espressione.

Franco, che ne pensi di Milano-Cortina 2026?
Ospitare una Olimpiade è sempre un onore. Anche se sarà un’edizione dispersiva per quanto riguarda le distanze tra le diverse località e il pubblico non potrà seguire più discipline in pochi giorni. In tutte le edizioni precedenti, come anche a Torino, tutto era in un raggio di 100 km dalla città centro dell’evento, qui sarà tutto diverso”.

Il più vicino per noi sarà Milano, palazzetti del ghiaccio dunque. Le gare del fondo saranno in Val di Fiemme, siamo pronti?
Le piste del Trentino sono le migliori che abbiamo e sono già pronte per una gara olimpica. Un po’ perché la Provincia a statuto speciale ha sempre investito molto, un po’ perché la gente ama questo sport, gli stadi del fondo sono tra gli aspetti di queste Olimpiadi che non avranno bisogno di particolari investimenti. Anterselva ancora meglio, lo stadio del biathlon è tra i più belli del mondo ed è già pronto per i mondiali dell’anno prossimo.

Gli atleti invece? Lo sci di fondo arriverà competitivo al 2026? Pronostici?
È presto per i pronostici, sette anni in più non sono pochi per gli atleti di oggi, qualcuno ha già annunciato che parteciperà come spettatore. La situazione più difficile potrebbe essere quella di Federico Pellegrino, essendo uno sprinter l’età ha la sua importanza. Ma non è mai detto, anche De Zolt e Di Centa hanno vinto dopo i 40.

I giovani?
Abbiamo tanti talenti ma non basta. Siamo molto indietro rispetto ai paesi del nord Europa. In vista del 2026 è necessario un cambio di rotta. Federazione e Governo devono tornare a investire e a sostenere le squadre e i corpi militari mentre negli ultimi anni hanno sempre tagliato. I ragazzi vanno cresciuti e allenati, si chiedono a loro i sacrifici che abbiamo fatto noi, la gioventù non ce la siamo goduta, io sono partito a 16 anni. Ma lo rifarei.

E non si tratta solo di giovani atleti. Tanti miei colleghi ad esempio, allenatori e skiman, se ne vanno all’estero e portano la loro esperienza alle altre nazionali. Siamo noi a scoprire tante novità, italiana è la macchina per le impronte degli sci, ma poi ne traggono beneficio gli altri. 

Ma lungimiranti non lo siamo mai stati, e l’aneddoto di Polvara è davvero interessante
Parafina e cere per sciolinare iniziammo a usarle noi italiani, la Federazione non volle brevettare i prodotti così li studiò e registrò un’azienda norvegese.

Torniamo alle Olimpiadi: giocando in casa gli azzurri avranno qualche possibilità in più?
Sicuramente i nostri avranno il vantaggio di poter studiare meglio le piste, da non sottovalutare anche l’ossigeno: al nord sciano a 300 metri di altitudine, ai 1.600 metri della Val di Fiemme noi ci siamo abituati. Al contrario potrà pesare sugli atleti la responsabilità di dover fare risultato. A Torino nel 2006 per noi del fondo andò molto bene invece nella discesa Giorgio Rocca pagò la tensione di essere il favorito.

Ora parliamo degli altri. Aver strappato i giochi olimpici invernali alla Svezia per un fondista è una doppia soddisfazione.
Sciare in Norvegia e Svezia è impagabile per chi ama questo sport i bambini hanno tutti gli sci ai piedi e ogni paese ha la sua piccola pista come noi abbiamo il campo di pallone. Il fondo è il loro sport nazionale, c’è entusiasmo e non ci si sente mai in imbarazzo ad essere gli unisci su una pista. Nelle gare locali dove in Italia si iscrivono 120 ragazzi da loro ne partono 600, si va avanti fino al pomeriggio. Persino a Oslo, nella capitale, si esce di casa con gli sci per andare a sciare su una delle piste più belle del mondo.

E per i tuoi Piani di Bobbio? C’è una remota possibilità di avvantaggiarsi dell’evento?
Le Olimpiadi sono sempre le Olimpiadi, un evento unico e muovono tantissima gente, tra cui ci sono anche gli atleti che devono allenarsi. A Bobbio l’anello del fondo è competitivo, impegnativo, potrebbe interessare a qualche squadra per prepararsi con neve e ossigeno alla giusta altitudine. Con qualche aggiustamento anche la pista di Valtorta [per lo sci alpino, nda] potrebbe essere appetibile. 

Cesare Canepari
c.canepari@iperg.net

 

 

 

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